Quantcast
Channel: Polisemantica
Viewing all 1210 articles
Browse latest View live

RICOSTRUIAMO NOTRE DAME

$
0
0


In seguito alla distruzione parziale di uno dei tesori dell'Umanità, Notre Dame di Paris, Ars Europa, (www.arseuropa.org) associazione da 15 anni impegnata nella promozione e nella difesa della cultura europea e dei suoi simboli, organizza fra gli amanti dell'arte e della cultura, una sottoscrizione per raccogliere fondi da inviare a Parigi per contribuire alla ricostruzione della cattedrale di  Notre Dame.

Questa perdita ci riguarda tutti. Riguarda i nostri figli.

Notre Dame è uno dei simboli della nostra identità.

Contribuisci alla ricostruzione di Notre Dame a Parigi.

Ars Europa ha messo a disposizione il conto corrente

IBAN IT55X0521601631000000004090
BIC/SWIFT BPCVIT2S

Invia il tuo contributo con la causale "RICOSTRUIAMO NOTRE DAME"

Grazie



DOPPI SENSI: IL CALEMBOUR

$
0
0
Il calembourè un termine preso a prestito dalla lingua francese che indica un particolare gioco di parole, basato sull'omofonia di parole che si scrivono in maniera identica o simile ma hanno significato diverso.

Victor Hugo, che detestava qualsiasi forma di calembour, ha scritto: "Le calembour est la fiente de l'esprit qui vole".

Victor Hugo
Nonostante questo anch'egli ha fatto uso dei giochi di parole, scrivendo "Sais tu pourquoi les sauvages vont tous nus? - C'est parce que Christophe Colomb les a découvert".

Nella letteratura francese esistono esempi dell'uso dei calembours, ma quello più lampante è forse il romanzo di Raymond Queneau "Zazie dans le métro" del 1959.

Zazie dans le metro
Questo romanzo diede a Queneau il suo primo successo soprattutto per l'uso di una lingua piena di inventiva, ricca di argot, neologismi e calembours.

Vi sono anche calembour basati sulla polisemia di alcune parole: la frase "siamo soli" può voler dire "siamo in solitudine" oppure "siamo stelle splendenti".

Avete bisogno di un esempio di visual che utilizza un calembour? Ecco nell'immagine di un calice, guardata da un altro punto di vista, appaiono distintamente due profili umani che si sfiorano.

Calembor visivo: Un coppa che cela due profili
Un altro simpatico calembour visivo è quello utilizzato per promuovere l'iniziativa "graffiante" Ineditum, rappresentata da un rotolo di carta igienica un po' troppo abrasivo.

Il calembour visivo di Ineditum
I francesi, veri e propri inventori di questa figura retorica continuano a farne largo uso nella loro comunicazione.

Ecco ad esempio il "genio genovese senza genio" proposto da Libération nel titolo di un suo articolo.

Anche l'advertising francese è ricco di calembour visivi. Ecco quello giocato sul verbo grattare e il termine vergine, inteso come segno zodiacale e come condizione della persona rappresentata.

Il calembour nel'advertising francese
Un ultimo calembour che presentiamo in questa rassegna è di natura digitale e riguarda il fastidioso messaggio che appare quando sbagliamo a digitare la password e la parola chiave scelta dal protagonista di questa vignetta.

La strana password scelta da questo signore diventa un irresistibile calembour

IL GIOVEDÌ SANTO, IL SIGNIFICATO DELL'EUCARESTIA E DELLA LAVANDA DEI PIEDI

$
0
0

Il Giovedì Santo è il giorno in cui termina la Quaresima e, dalla celebrazione della messa in Cena Domini, inizia il Triduo Pasquale.

Triduo, significatres dies ossia tre giorni:
  • giovedì Santo
  • venerdì Santo
  • sabato Santo

La successione del Triduo Pasquale dopo la Domenica delle Palme
Il giovedì Santo si ricorda sia l'istituzione dell'Eucarestia e del ministero dell'sacerdozio sia la consegna ai discepoli del comandamento dell'amore:

"Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi"

In questo giorno avvenne l'Ultima Cena di Gesù con gli apostoli durante la pasqua ebraica, precedente la sua morte. Si tenne nel luogo detto del Cenacolo.

L'Ultima Cena di Duccio di Buoninsegna, 1308-11, Museo dell’Opera Metropolitana, Siena
In tale occasione Gesù lavò i piedi ai suoi discepoli, usando un'allegoriaper significare la necessità di amarsi e servirsi gli uni gli altri e il fatto che il potere implica responsabilità e cura dei bisogni degli altri.

La Lavanda dei piedi del Tintoretto, 1508, conservata al Prado di Madrid
Nella notte tra il giovedì e il venerdì Santo che fu tradito da Giuda e consegnato alle guardie del Tempio.

Il tradimento di Giuda, affrescato da Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova, nel 1306 ca.
Il termine Eucarestia deriva dal greco εὐχαρίστω (eucharisto: "rendo grazie").

ADV




L'Eucaristia è, per i credenti,  l'azione sacrificale durante la quale il sacerdote offre il pane e il vino a Dio, che, per opera dello Spirito Santo, diventano realmente il Corpo e il Sangue di Cristo, lo stesso Corpo e lo stesso Sangue offerti da Gesù stesso sulla croce.

Quindi per un credente l'ostia consacrata e il vino non sono solo simbolidel corpo e del sangue, ma effettivamente corpo e sangue anche se di composizione fisica e forma diversa.

Per concludere vi mostriamo le più belle rappresentazioni dell'Ultima Cena in questo video di Ars Europa. Buona visione!

ARMA CHRISTI: GLI STRUMENTI DELLA PASSIONE

$
0
0


L'"arma Christi" sono, nella tradizione cristiana, gli oggetti che furono usati per la crocifissione di Gesù.

Tutti questi oggetti divennero non solo simbolo della passione e morte del Cristo, ma anche elementi irrinunciabili nell'iconografia sacra per rappresentare il doloroso percorso che il Figlio di Dio fece per redimere dai peccati l'umanità intera.

Diversi autori (tra cui sant'Ambrogio e san Gregorio di Tours) riferiscono che, dopo la deposizione di Gesù dalla croce, l'"arma Christi" furono seppelliti sul luogo della crocifissione. Dopo 300 anni Elena, madre dell'imperatore Costantino,  li ritrovò, in seguito a scavi presso l'area del Golgota, dove all'epoca sorgeva un tempio pagano.

Il primo e più importante è senza dubbio la croce, simbolo del cristianesimo stesso. Tale croce venne conservata a Gerusalemme; nel VII secolo fu razziata dai Persiani e recuperata dall'imperatore bizantino Eraclio, quindi nel 1187 andò perduta nella battaglia di Hattin, in cui i cristiani furono sconfitti.



Sant'Elena portò alcuni frammenti della croce e gli altri oggetti a Roma. Dei chiodi, uno fu montato sull'elmo da battaglia di Costantino. Nel Duomo di Monza è custodita la Corona Ferrea, ovvero il diadema dell'elmo di Costantino, che dovrebbe contenerlo. Gli altri chiodi furono modellati a forma di morso per il suo cavallo. Essi fecero parte delle insegne imperiali almeno fino al 395, perchè sant'Ambrogio ne parlò nella sua orazione funebre per l'imperatore Teodosio I. Nel Duomo di Milano vi sarebbe uno di questi chiodi modellato a forma di morso, rimasto a Milano dopo la morte di Teodosio. Viene ancora oggi conservato ordinariamente in una nicchia in cima all'abside, a circa 42 metri da terra, raggiungibile con un ascensore artisticamente decorato chiamato nivola ed esposto ai fedeli una volta all'anno.

Un altro chiodo sarebbe stato inserito nella Sacra Lancia usata dagli imperatori del Sacro Romano Impero, che era quella che fu usata da Longino, sotto la croce, per trafiggere il costato di Gesù e che oggi è conservata a Vienna.



Il "titulus crucis", l'iscrizione col motivo della condanna, è conservato a Roma, a Santa Croce in Gerusalemme, anch'esso pare, portato da Elena, ma un'analisi al carbonio 14 ha dimostrato che si tratta di un reperto risalente all'anno Mille.

La corona di spine era inizialmente conservata a Costantinopoli; nel XIII secolo il re di Francia san Luigi IX la acquistò e la collocò nella Sainte-Chapelle a Parigi. Oggi essa non ha più spine perché nel corso dei secoli furono tutte staccate e donate a chiese o personaggi di riguardo.

La colonna della flagellazione,  utilizzata dai soldati romani per flagellare Gesù su indicazione di Pilato, è  presso la Basilica di Santa Prassede, a Roma e fu portata qui da Gerusalemme nel XIII secolo dal cardinale Giovanni Colonna.

Il velo della Veronica, simbolo di pietà, con cui la pia donna asciugò il volto insanguinato di Gesù mentre saliva al Calvario, è conservato nella basilica di San Pietro in Vaticano. Ne esistono altre copie sparse per il mondo.



Altri simboli della passione, usati nelle sacre raffigurazioni, sono:

La canna posta nelle mani di Gesù come scettro durante l'episodio della sua derisione da parte dei soldati
Il mantello rosso della derisione
Il Santo Graal, il calice usato da Gesù nell'Ultima Cena che alcune tradizioni vogliono sia stato utilizzato poi da Giuseppe d'Arimatea per raccogliere il sangue sgorgato dal costato di Cristo durante la crocifissione
La tunica di Gesù, che la tradizione vuole conservata a Treviri
I dadi con i quali i soldati si giocarono a sorte la tunica di Cristo
Il gallo che cantò quando san Pietro rinnegò per la terza volta Gesù (Mc, 14,66-71)
Un contenitore di aceto, usato per dissetare Gesù (Mt 27,33-50)
La canna usata per porgere la sacra spugna imbevuta d'aceto a Gesù (Mt 27,33-50)
La scala usata per la deposizione di Gesù dalla croce
Il martello usato per picchiare i chiodi nelle mani e nei piedi di Gesù
La tenaglia usata per rimuovere i chiodi
La sindone usata per avvolgere il corpo di Gesù durante la sepoltura (Gv 23,50-56)
Il sole e la luna, rappresentanti l'eclissi che si verificò durante la passione di Cristo (Mt 27,33-50)
I trenta pezzi d'argento (o un sacco di monete), prezzo del tradimento di Giuda (Mt 27,3-10)
La mano o il guanto che colpì il volto di Gesù durante la derisione (Lc, 22,63-65)
Le catene o le corde che cinsero Gesù durante la notte in prigione
La lanterna o le torce usate dai soldati che arrestarono Gesù nell'orto degli ulivi, oltre alle spade ed ai bastoni (Mc 14,43-52)
La spada usata da Pietro per tagliare l'orecchio di Malco, servo del sommo sacerdote. Talvolta si raffigura anche un orecchio umano (Gv 18,10)

Ognuno di tali oggetti ha assunto, specialmente a partire da medioevo, un valore simbolico.

Il gallo, per esempio, simboleggia il tradimento di Pietro, i dadi e la tunica la spietatezza e dissennatezza dei soldati romani che se la giocarono per vincerla, il sacro graalè simbolo della divinità di Gesù e della potenza di Dio oltre che della guarigione, nascita e rigenerazione.

IL SIGNIFICATO DEL VENERDÌ SANTO, LE CAMPANE MUTE, IL DIGIUNO E LA VIA CRUCIS

$
0
0

Il Venerdì Santo è il secondo giorno del Triduo Pasquale.

I cristiani commemorano la passione e la crocifissione di Gesù Cristo.

Come nel Mercoledì delle Ceneri, i fedeli dai 14 anni di età sono invitati all'astinenza dalla carne (sono ammessi uova e latticini), e quelli dai 18 ai 60 anni al digiuno ecclesiastico, che consiste nel consumare un solo pasto (pranzo o cena) durante la giornata.

La Salita al Calvario è un affresco di Giotto, databile al 1303-1305 circa e facente parte
del ciclo della Cappella degli Scrovegni a Padova.
Tale digiuno è un simbolo di penitenza per i peccati di tutti gli uomini, che Gesù è venuto ad espiare nella Passione.

E' inoltre simbolo di attesa dello Sposo, secondo le parole di Gesù (Matteo 9,15); lo Sposo della Chiesa, cioè Cristo, viene tolto dal mondo a causa del peccato degli uomini, ma i cristiani sono invitati a preparare con il digiuno l'evento del suo ritorno e della liberazione dalla morte.

Il Venerdì Santo le campane non suonano in segno di lutto.

La Crocifissione Mond o Gavari è un dipinto a olio su tavola di Raffaello Sanzio,
databile al 1502-1503 e conservata nella National Gallery di Londra
In questo giorno non si celebra l'Eucaristia, ma si celebra in modo solenne la Via Crucis, metafora del percorso fatto da Gesù con la Croce per giungere al Calvario, luogo in cui fu ucciso e allegoria delle difficoltà che ogni uomo deve imparare ad affrontare con fede.

La liturgia è incentrata sulla narrazione delle ultime ore della vita terrena di Gesù secondo il Vangelo di Giovanni e sull'adorazione della croce, molto importante, in questo giorno.

La Crocifissione è un dipinto tempera su tavola di Masaccio, databile al 1402-1406 e facente parte dello smembrato e in parte disperso Polittico di Pisa, del quale costituiva il comparto centrale superiore
La croce, da icona di strumento di tortura, diventa simbolo dell'amore che Dio nutre verso gli uomini.

ADV




Con la croce Dio riporta la vita vera nel mondo, con la croce Dio insegna all'uomo ad amare. I cristiani in questo giorno sono invitati a non vivere rassegnati dinanzi alle proprie croci di ogni giorno, perché, paradossalmente, solo morendo si risuscita a vita eterna.

IL SIGNIFICATO DEL SABATO SANTO: LA DISCESA AGLI INFERI, GLI ALTARI SPOGLI E LA VITTORIA SULLA MORTE

$
0
0

Il Sabato Santo è il terzo e ultimo giorno del Triduo Pasquale

Il culto cristiano celebra il mistero della discesa agli inferi del Signore Gesù dopo la Sua morte, avvenuta il giorno precedente alle tre del pomeriggio.

Gesù discese dopo la sua morte agli inferi con la sua divinità e con la sua anima umana, ma non con il suo corpo, che incorrotto per azione dello Spirito Santo, riposava nella tomba.

Gesù ha conosciuto la morte come tutti gli uomini e li ha raggiunti con la sua anima nella dimora dei morti. Ma Lui vi è disceso come Dio e ha liberato gli spiriti buoni che vi si trovavano prigionieri aprendo loro il Paradiso.

Hans Raphon, Discesa di Cristo agli Inferi, 1499.
Infatti tutti quelli che vi si trovavano erano privati della visione di Dio in quanto, nell'attesa del Redentore, questa era la sorte di tutti i morti, cattivi o giusti.

Ottiene con tale discesa la sua vittoria sulla morte e sul diavolo.

Si legge nel Catechismo cattolico che Gesù, «l'Autore della vita», ha ridotto «all'impotenza, mediante la morte, colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo», liberando «così tutti quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita».

La Discesa di Cristo agli Inferi nei mosaici di san Marco a Venezia
Compiuta tale missione, la divinità e l'anima di Gesù si ricongiungono al Corpo nel sepolcro: e ciò costituisce il mistero della resurrezione, centro della fede di tutti i Cristiani.

ADV




Come simbolo del lutto per la morte di Gesù oggi non si celebra alcuna messa e l'Eucarestia non è conservata nel Tabernacolo, che è spalancato, per simboleggiare che Gesù oggi non è nel mondo.

Sempre in segno di lutto le luci e le candele sono spente, gli altari sono spogli, senza fiori e paramenti, le campane mute.

A Roma, il "Campanone" di san Pietro, nella struttura architettonica di Luigi Valadier,
non fa sentire i suoi rintocchi il giorno dal Sabato Santo
In molte chiese rimane esposta la Croce, simbolo di Salvezza dalla morte eterna per tutti coloro che credono.

ADV





21 APRILE: IL COMPLEANNO, IL NATALE E LA PROSOPOPEA DI ROMA

$
0
0

Il 21 aprile è ricordato come il giorno della fondazione di Roma. La leggenda vuole che la città nasca nel 753 a.C.

Le prime celebrazioni dedicate a questo giorno, coincidevano con la festa delle Palilie (in onore di Pales, la dea del Palatino).

Un particolare dell'affresco della Fondazione di Roma dipinto dai Carracci nel Palazzo Magnani a Bologna
C'è anche chi ritiene che la ricorrenza di san Pietro e Paolo del 29 giugno non sia altro che la trasformazione della festa dedicata a Romolo e Remo in ricordo del primo tracciato dell’Urbe.

Fatto sta che questa data viene tutt'ora festeggiata come "Compleanno" o come "Natale" di Roma, facendo così assumere una particolare connotazioneantropomorfica all'evento, quasi che fosse la celebrazione della data di nascita di una persona e non la data di fondazione di una città.

ADV




Viene utilizzata insomma una prosopopea, figura retorica che personifica oggetti, entità non viventi come se fossero vive e presenti.

Roma quindi intesa non come città, ma come essere in qualche modo vivente e dotata di una propria individualità e auto-consapevolezza. In pratica si festeggia il compleanno di una antica signora.

Un bassorilievo raffigurante la dea Roma
Con il termine "compleanno" la connotazioneè più familiare, con "natale" diviene più elevata, al pari con una divinità, probabilmente una reminiscenza dell'antica dea Roma che  fin dal II secolo a.C., fu la divinità che personificava lo Stato romano e che secondo la tradizione era invece figlia o la moglie di Ascanio, figlio di Enea, che fondò Albalonga da in cui nacquero Romolo e Remo.

IL SIGNIFICATO DELLA PASQUA: LA VITA, IL PASSAGGIO, LA LIBERAZIONE E L'UOVO DI CIOCCOLATA

$
0
0

La Pasqua viene celebrata la prima domenica dopo il primo plenilunio di primavera. È quindi variabile, a seconda dei cicli lunari.

La Pasqua è soprattutto la festa dei cristiani che celebrano la vittoria di Gesù sulla morte.

La Resurrezione di Cristo dipinta da Johann König nel XVII secolo
La Festa è strettamente correlata alla Pasqua ebraica che ricorda il passaggio degli ebrei del Mar Rosso e quindi la loro liberazione dalla schiavitù in Egitto.

La parola ebraica pesach significa "passare oltre", "tralasciare", e deriva dal racconto della decima piaga, nella quale il Signore vide il sangue dell'agnello sulle porte delle case di Israele e "passò oltre", colpendo solo i primogeniti maschi degli egiziani, compreso il figlio del faraone.

La traversata del Mar Rosso dipinta da Prospero Fontana nel Palazzo Poggi a Bologna
Gli ebrei che si erano convertiti al cristianesimo, pur continuando a festeggiare la Pasqua ebraica, dovettero immediatamente spogliarla del significato di attesa messianica, per poi superare anche il ricordo dell'Esodo, per rivestirla di nuovo significato, cioè la seconda venuta di Cristo e il ricordo della Passione e risurrezione.

Quindi la Pasqua per i cristiani è simbolodella vita oltre la morte che attende i credenti, una vita non solo con lo spirito, ma con tutto il corpo, sia pur diverso, glorificato dall'azione dello Spirito Santo, che risorgerà dalla cenere, ovunque si trovi, ovunque sia disperso, per ritornare integro, intatto e glorioso, come quello di Gesù, a vivere eternamente con le persone care che ci hanno preceduto.

Il celebre affresco Noli me Tangere di Giotto nella Cappella degli Scrovegni di Padova
Per la religione cristiana era indispensabile che Gesù morisse, perché solo provando la morte come un vero essere umano Dio avrebbe potuto scendere agli inferi, liberare le anime prigioniere dei giusti, aprire per loro e per tutti le porte del Paradiso, luogo in un'altra dimensione nel quale i credenti si ritroveranno per sempre, uniti dall'amore tra loro e per Dio.

ADV




Ecco perché la Pasqua, al di là dei simbolidell'uovo di cioccolata, della colomba, delle campane e della candela è la festa più importante del Cristianesimo: è la speranza, anzi, per chi crede, la certezza, che  le persone buone saranno ricompensate godendo di una esistenza infinitamente bella, gioiosa, piena, realizzante, di amore, di vicinanza con chi si è amato, senza più dolore e senza fine.

Per concludere le migliori rappresentazioni pittoriche sul tema della Resurrezione raccolte in questo bellissimo video. Buona visione!


LA RESURREZIONE DI PIERO DELLA FRANCESCA E LA DUPLICE RAPPRESENTAZIONE UMANA E DIVINA

$
0
0
L'affresco della Resurrezione è in genere datato agli anni sessanta del Quattrocento e si trovava in una sala di quello che era il palazzo del governo di Sansepolcro, oggi adibita a museo.

La scena è "introdotta" dalla rappresentazione di una bellissima architettura classica: un basamento sul quale poggiano due colonne scanalate in ordine corinzio e un'architrave.

Già questa importante connotazione architettonica (quasi la rappresentazione di un arco trionfale) serve a rimarcare l'importanza dell'azione che si svolge al suo interno.



Mentre quattro soldati romani dormono, Cristo si leva dal sepolcro ridestandosi alla vita.

La sua figura è al vertice di una piramide la cui base coincide con quella del sarcofago, i suoi lati obliqui sono accompagnati dalle posture dei soldati e il suo vertice culmina nell'aureola del Cristo.
Un segno di stabilità e vigore al tempo stesso.

La piramide è lo schema compositivo utilizzato nella Resurrezione di Piero della Francesca
Cristo, solenne e ieratico, divide con la sua possente figura in due parti il paesaggio: quello a sinistra, invernale e morente; quello a destra, estivo e rigoglioso.

L'antitesi con il dualismo morte/vita
Il paesaggio diventa così allegoriadella passaggio antitetico dalla morte alla vita, con un richiamo ai cicli vitali citati da vari artisti precedenti, come nell'Allegoria ed effetti del buono e del cattivo governo di Ambrogio Lorenzetti.

In questo contesto sono da evidenziare le tre linee verticali del tronco dell'albero spoglio, dell'asta con il vessillo di Cristo e del tronco dell'albero rigoglioso. La sequenzialità da destra a sinistra definisce chiaramente, attraverso l'impiego delle categorie eidetiche, il messaggio di forza e rinascita.

L'applicazione delle linee diritte come categorie eidetiche
Tale accostamento (alberto morto/vessillo Cristo, tronco rigoglioso) genera l'inferenza che attraverso l'azione di Cristo la morte si trasforma in vita.

Un altro tema presente nell'opera è l'antitesi tra il sonno e la veglia, l'umanità ancora dormiente e Cristo unico risvegliato, con il contrasto tra la parte inferiore e terrena dei soldati e quella superiore della divinità.

In entrambi i casi (le linee diritte delle categorie eidetiche e l'antitesi sonno/veglia), lo spazio "vivo e vigile" doppia quello "morto e addormentato". I dualismi non sono simmetrici, ma tendono a estendere il significato del risveglio e della vita, alla base della Resurrezione.

L'antitesi tra i dormienti e il risvegliato
Come spesso ritroviamo in Piero della Francesca la costruzione geometrica della composizione si estende alle stesse figure umane: queste divengono astratte e immutabili, quasi appartenenti a un ordine superiore.

Questo effetto trova la sua massima esaltazione nella statuaria posa del Cristo, modellato come una statua antica, con un piede appoggiato sul bordo, a sottolineare l'uscita dal sarcofago, e la mano destra che regge il vessillo crociato, simbolo del suo trionfo.

Il punto di osservazione prevederebbe una veduta dal basso, come si evince dalla prospettiva delle teste dei soldati, ma Piero della Francesca impone un ulteriore punto di osservazione per il Cristo.

Il doppio punto di osservazione introdotto da Piero della Francesca
Del resto questo dualismo non deve sembrare strano. Prima di tutto perché Piero della Francesca è un "maestro" della prospettiva, come si può dedurre dal suo fondamentale trattato "De prospectiva pingendi".

In secondo luogo perché il doppio punto di osservazione evidenzia la doppia natura della rappresentazione: quella umana e quella divina. Cristo appare così sottratto alle leggi terrene e più che mai vicino all'osservatore.

Il capolavoro di Piero della Francesca sul nostro canale video.

IL SIGNIFICATO DEL LUNEDÌ DELL'ANGELO: IL MASSO SPOSTATO E LA GITA FUORI PORTA

$
0
0

Lunedì dell'Angelo viene ricordato comunemente come Pasquetta, un diminutivo di Pasqua entrato nell'uso popolare per indicare la giornata festiva, anche se non di precetto, che segue la Pasqua.

Prende il nome dal fatto che in questo giorno si ricorda l'incontro dell'angelo con le Tre Marie: Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Giuseppe, e Salomè, andate al sepolcro, dove Gesù era stato sepolto, con degli olii aromatici per imbalsamare il suo corpo.

Giunte al sepolcro non lo trovarono, ma videro che il grande masso che chiudeva l'accesso alla tomba era stato spostato.

Le Tre Marie al Sepolcro nello splendido affresco di Duccio di Buoninsegna per il Duomo di Siena
Il masso spostato era indiceche era avvenuta la Resurrezione, simbolo della vittoria sulla morte che imprigionava gli esseri umani e della libertà di coloro che potevano continuare a vivere per sempre in un'altra dimensione.

Spaventate videro improvvisamente un angelo che si trovava lì e che disse: "Non abbiate paura! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui! È risorto come aveva detto" (Mc 16,1-7).

ADV




Il giorno della Resurrezione, Gesù apparve a due discepoli in cammino verso Emmaus, poco fuori Gerusalemme: per ricordare metaforicamentequel viaggio dei due discepoli è tradizione trascorrere il giorno di Pasquetta facendo una passeggiata "fuori le mura" o "fuori porta".

La celebre "Cena di Emmaus" dipinta da Caravaggio
Potete ritrovare l'affresco di Duccio e molti altri dipinti nello splendido video di Ars Europa sul tema della Resurrezione.

SIMBOLOGIA DEL VERDE

$
0
0



Una luce che emette radiazioni comprese nelle lunghezze d'onda tra 490 a 570 nm viene percepita dall'occhio umano come il colore verde.

È uno dei tre colori primari additivi, il suo colore complementare è il magenta. E' però anche è uno dei tre colori secondari a sintesi sottrattiva (insieme con l’arancio e il viola), e può essere ottenuto (come avviene, per es., nella pittura a tempera) dalla sintesi di giallo e blu.

Il verde è colore della salute, della natura, della vita.

È indipendente dal sistema simpatico e parasimpatico.

Genera sensazioni di relax, calma, sicurezza, vitalità, benessere psicofisico.

Questo colore emana senso di equilibrio e armonia. Viene associato a tutto ciò che riguarda il regno naturale.



Di quanti sanno ben coltivare le piante si dice che abbiano il pollice verde.

E' in effetti il colore della vita "altra". Il rosso è riferito al regno animale, il blu a quello minerale, il verde alla vita del regno vegetale.

Le piante sono verdi dal momento che la clorofilla assorbe le lunghezze d'onda della luce complementari del verde; le lunghezze d'onda verdi non sono annullate dalle complementari e quindi captate dall'occhio umano.


Spesso il verde è associato al concetto di vita extraterrestre (gli omini verdi nell'astronave) propria in quanto simbolo di "vita altra"

Il verde simboleggia l'Islam perché questo colore rappresenta il paradiso (che è la parola in lingua persiana che significa giardino): perciò la tribù del profeta Maometto aveva uno stendardo verde.


È simbolo di rigenerazione, guarigione e nutrimento, spesso associato alla salute del nostro corpo e alla fortuna.

Il verde della natura in primavera ha fatto sì che il colore fosse associato alla giovinezza: vedi ad esempio espressioni come anni verdi.



Il verde è il colore simbolo di una delle tre virtù teologali, la Speranza (gli altri due sono rosso per la Carità e bianco per la Fede).

Come colore liturgico, il verde è usato per i paramenti e le vesti negli uffici e nelle messe del tempo ordinario.

E' un colore legato al concetto di denaro. A causa del colore verde dei dollari, spesso essi vengono definiti "i verdoni".

Antiteticamente si usa l'espressione "essere rimasti al verde" per chi si ritrova senza un soldo in tasca.

Secondo alcune ricerche il modo di dire deriverebbe da un'antica usanza medievale, che consisteva nel far portare un berretto verde ai falliti in segno di pubblico scherno.

C'è chi dice che invece tale espressione sia nata dal fatto che siccome i poveri non avevano soldi per comperare una candela nuova quando essa era finita, la utilizzavano fino alla base, che, un tempo, era sempre di color verde.



Secondo un'altra teoria, l'espressione deriverebbe da un'usanza medievale che prevedeva l'accensione di una lanterna verde quando era pronto il cibo per una speciale categoria di poveri, i "vergognosi", coloro cioè che non erano nati poveri ma che lo erano diventati e che per questo motivo non si adattavano alla questua "normale". Questa usanza permetteva loro di entrare nell'ente caritatevole in silenzio, senza bussare, con minori probabilità di essere visti.

Talvolta il verde è associato con il vizio dell'Invidia o alla Gelosia. Esiste infatti l'espressione "essere verde d'invidia".

L’invidia viene associata al colore verde perché l’eccesso di rabbia provoca una produzione esagerata di bile il cui colore  è verde.


Qualcuno fa risalire il modo di dire addirittura alla poetessa Saffo, che in una sua ode, dedicata a una fanciulla di cui la poetessa era gelosa, afferma:

ἔκ δέ μ’ ἴδρως κακχέεται, τρόμος δὲ
παῖσαν ἄγρει, χλωροτέρα δὲ ποίας
ἔμμι, τεθνάκην δ’ ὀλίγω ‘πιδεύης
φαίνομ’ ἔμ’ αὔτᾳ.

Sudore per le membra mi discende
e un brivido mi tiene; ancor più verde
sono dell’erba; prossima alla morte
sembro a me sola.

Verde è spesso la pelle delle streghe, probabilmente immaginate così in quanto le donne che erano accusate di esserlo, erano guaritrici che avevano profonda conoscenza delle proprietà delle erbe e degli effetti che si potevano ottenere con infusi, decotti e pozioni.


E' un colore collegato al concetto di fine di un divieto, di libertà, come per esempio la luce verde, nei semafori stradali,  segnala via libera;

numero verdeè la linea telefonica cui si accede tramite uno speciale prefisso e che consente l’addebito del costo della chiamata al destinatario;




Il concetto si estende sino ad arrivare all'allusione della licenza, come per quanto riguarda l'espressione balletti verdi, diffusasi negli anni ’60 del Novecento per indicare riunioni private a carattere erotico-orgiastico tra omosessuali adulti e minorenni di sesso maschile.

I MECCANISMI DI MANIPOLAZIONE DELL'INFORMAZIONE E ACTA DIURNA

$
0
0


Si è conclusa la prima serie di Acta Diurna, la serie di analisi della comunicazione di programmi di informazione, per scoprire, grazie all'utilizzo di una griglia analitica, quindi in modo scientifico e non partigiano, quali elementi e meccanismi inconsci di persuasione o di influenza della percezione del pubblico di telespettatori sono presenti nelle più note trasmissioni di approfondimento giornalistico.



Spesso i programmi che vengono definiti "giornalistici" o "informativi" sono in effetti di intrattenimento e con pochissima neutralità nel dare e commentare le notizie. In altre parole uno spettacolo che ha come sovrascopo quello di orientare l'opinione pubblica.



Polisemantica ha analizzato quindi una serie di talk show ovvero:

Agorà   con Serena Bortone su Rai 3,
Otto e mezzodi Lilli Gruber su La7,
Stasera Italia con Barbara Palombelli su Rete 4 della Mediaset,
Che Tempo che fa di Fabio Fazio su Rai Uno,
diMartedidi Giovanni Floris su La7,
Porta a Porta di Bruno Vespa su Rai Uno,
Piazza Pulita di Corrado Formigli su La7.



Per indagare in modo analitico e scientifico, ci siamo serviti  di una griglia semiotica, così articolata:

SCENOGRAFIA
(Simboli, categorie eidetiche, cromatiche e codici prossemici)

DINAMICHE PRESENTI IN STUDIO
(Soggetti, aiutanti, opponenti)

CODICI PARALINGUISTICI
(Tono e volume di voce, velocità di dizione, sovrapposizioni, codici mimetici, gestuali e prossemici.)

CONTAMINAZIONE DI GENERI
(Presenza o meno di contaminazione, quindi di infotainment)

USO FIGURE RETORICHE
(Metafore, similitudini, allegorie per rendere più efficace la veicolazione del proprio messaggio)

USO DI MESSAGGI SUBLIMINALI
(Inferenze, impliciti, presupposizioni)

USO DI MAXISCHERMI METATESTUALI
(Interventi ospiti da esterni, sovradimensionati e quindi iperbolici. Si sottolinea la bontà o l'inanità delle opinioni degli ospiti inquadrando i maxischermi per catturare spesso le loro espressioni facciali o i gesti.)



Alla fine di ogni puntata, vi sono le conclusioni che dimostrano, dati alla mano, se una trasmissione è o no tendente alla manipolazione delle informazioni e dell'opinione pubblica e in che modo il conduttore agisce in questo senso.

I risultati sono interessanti, talvolta sorprendenti e sono a disposizione di quanti amano davvero l'approfondimento e l'informazione.

KANDINSKY, COMPOSIZIONE VII E LA SINFONIA CROMATICA

$
0
0

Il colore domina la Composizione VII, opera del maestro dell'astrattismo Vassily Kandinsky, dipinta nel 1913 e attualmente conservata nella Galleria Tret’jakov di Mosca.

Il coloreè una “caratteristica delle superfici per cui esse riflettono in vario modo la luce, inducendo determinate sensazioni nell'occhio umano”.

È un elemento fondamentale nella percezione delle immagini.

È ricco di significati e interagisce profondamente con il destinatario, influenzando il suo giudizio complessivo relativamente al testo visivo.

Il coloreè quindi segno. Ha un significante, che è appunto la particolare gradazione di luce, e un significato, che varia di caso in caso e che è determinato dalla percezione umana e dalla sensazione indotta da determinate radiazioni luminose.

Una comune tabella che elenca il significato dei colori
Normalmente esso è simbolo(bianco di purezza, rosso di passione) ma può essere anche usato come icona di altri segni, come per esempio le note musicali, assumendo così una funzione metalinguistica, ovvero usando un linguaggio per esprimere un altro linguaggio.

Possiamo quindi leggere questo dipinto come si leggerebbe uno spartito musicale, e goderne come di una sinfonia.

A sinistra, in basso, il bianco e i colori chiari che evocano iconicamente il silenzio, il non suono del momento in cui il direttore d'orchestra alza le braccia e i musicisti si preparano a suonare.

I colori, caldi e freddi, sono icone silenziose dei suoni, che conducono, in un crescendo cromatico, verso il centro del dipinto.

Ora giungono a rinforzo anche le categorie eidetiche, quelle relative al significato delle forme. Forme avvolgenti, ondulate, circolari divengono icone delle note per modulare il ritmo, la tensione, il vorticare frenetico, acme del capolavoro, sia dal punto di vista visivo che musicale.

L'artista, nel suo fondamentale saggio Punto Linea Superficie, evidenzia il rapporto tra forme e colori, definendo le associazioni base:
  • triangolo - giallo
  • quadrato - rosso
  • cerchio - blu

Le associazioni base forma/colore descritte da Kandinsky in Punto Linea Superficie
Tali corrispondenze non devono essere lette come immutabili, ma come le più naturali. Questo vuole dire che dipingere un quadrato di blu, anziché di rosso non è sbagliato, è solo che la forma assumerà un differente significato.

ADV




L'opera continua con altre pennellate morbide che però, stavolta, ci conducono verso il nero, in un non.colore/non-suono molto diverso da quello iniziale, inesorabile. Siamo alla fine del momento di grazia artistico, alle fine della performance.

I contrasti cromatici conducono al vortice "lirico" della composizione
La composizione è quindi, per accumulazione visiva di forme e colori, metaforadi una sinfonia cromatica, eidetica e musicale, allegoriadella vita e del suo fluire gioioso, incessante e ritmico.

Su Ars Europa Channel l'analisi di questa splendida sinfonia cromatica.

L'ARCHETIPO COMPLETO: IL COMMISSARIO MONTALBANO

$
0
0

Perché il commissario Montalbano, creatura letteraria dello scrittore Camilleri ha tanto successo e tanto fascino?

Semioticamente parlando il motivo è semplice. Incarna in sé tutta una serie di archetipi.

È innocente (è felice di quello che ha, ama la sua vita e la sua professione, non intende cambiarla, al punto che preferisce rifiutare le promozioni).

È guerriero (combatte per la giustizia e contro la malavita).

È mago (con la sua intelligenza legge i segni lasciati dai delinquenti, e in base a tali indizi riesce a trovare sempre la soluzione ai casi, facendo trionfare la giustizia con la magia delle sue deduzioni).

È orfano (privo di una famiglia sua, oltre ad aver perso la madre in giovane età e il padre in età adulta, è alla ricerca di un equilibrio sentimentale che non riesce a trovare, vivendo una storia complicata e a distanza con l'eterna fidanzata Livia).

È martire (si prodiga con tutto se stesso per la sua missione, aiutare i deboli contro le prepotenze degli ingiusti e dei delinquenti).

È soprattutto viandante (obbedisce sì alle legge, ma talvolta la sua coscienza operando a favore di giustizia, preferisce seguire le sue proprie regole ed essere più obbediente alla morale che alla legge).

Salvo Montalbano è dunque un archetipo completo, quindi rispecchia in sé tanti ruoli narrativi e psichici da conferirgli giustamente, un'aura di grande fascino e attrattiva, chiaramente percepita dal pubblico televisivo (e naturalmente dai lettori dei romanzi di Camilleri).


LA BANDIERA DELL'ITALIA, UN SEGNO POLICROMATICO

$
0
0





Oggi parliamo di un simbolo, la nostra bandiera, utilizzata spesso in più di uno spot pubblicitario.

Il simbolo è un segno che nasce da una convenzione. Cerchiamo di comprendere il motivo di tale convenzione e del perché il significato(Italia) è rappresentato da tale significante(verde, bianco e rosso).


Da bambini ci hanno parlato del verde della nostra terra, del bianco delle cime innevate delle Alpi e del sangue dei patrioti martiri .

Il tricolore della Repubblica Cisalpina


In realtà il bianco e il rosso comparivano nell'antichissimo stemma comunale di Milano (croce rossa su campo bianco), mentre verdi erano, fin dal 1782, le uniformi della Guardia civica milanese.


ADV





Tali colori furono adottati negli stendardi della Legione Italiana, e fu questo il motivo che spinse la Repubblica Cispadana a confermarli nella propria bandiera.

Gli azzurri

L'azzurro invece è il colore dei Savoia e in loro onore fu adottato per le divise della nazionale italiana (la nazionale di calcio è nata prima della Repubblica).


Questo tanto per sottolineare che il colore è segno ( e può essereicona, indice o simbolo).

L'IMPOSSIBILITÁ DI NON COMUNICARE

$
0
0
Risultati immagini per parlare senza essere ascoltato


Ogni volta che si comunica si usano dei segni, composti da significati e da significanti.

Un significante è, secondo la definizione del dizionario Garzanti, “l'elemento formale, fonico o grafico, che, insieme al significato, costituisce il segno linguistico”. Il significato è invece “il contenuto semantico di un segno linguistico”.

Risultati immagini per cane

Per essere chiari sul concetto di significati e significanti, possiamo per esempio considerare che il significante “cane”(formato dai fonemi c,a,n,e) ha come significato “mammifero quadrupede che abbaia”. Quindi, per esprimere un messaggio in modo chiaro, occorre usare un significante che abbia un significato intelligibile per l’interlocutore, in modo da evitare sia casi di codifica deviante che di decodifica aberrante.

Talvolta però accade che, volontariamente, l’emittente decida di non esprimere direttamente e chiaramente il proprio messaggio, ma preferisca che sia il navigante a dedurlo. I motivi sono i più vari: il desiderio da parte dell’emittente, specie se si tratta di un sito di informazione, a non esporsi direttamente rivelando dei retroscena, oppure voler fare intendere al navigante la sua opinione su una determinata vicenda pur senza presentarla in modo esplicito.

Basta inserire un avverbio come “purtroppo”, “malauguratamente”, “fortunatamente” per dirla lunga su una vicenda, per il resto, narrata in modo obiettivo e neutrale.

In modo analogo, basterà inserire una notizia in un determinato contesto per darle una luce particolare: per esempio, la presenza di una notizia relativa alla maleducazione imperante nelle scuole italiane, una relativa ad un borseggio operato da una baby gang, accanto al dossier sul matricidio e fratricidio avvenuto in una località ligure, fa capire molto chiaramente il punto di vista del sito di informazione in questione: le notizie che appaiono vicine si presumono accomunate da una sorta di analogia, se non addirittura di causa /effetto.

Risultati immagini per marameo

È come se l’emittente dicesse: “ecco quali sono le estreme conseguenze a cui si va incontro se non si risolve il problema alla radice, cioè imponendo la disciplina nelle scuole, che sono troppo tolleranti e possono divenire una palestra di violenza e di delinquenza.”

Esistono poi le implicazioni. Ad esempio dire “il lupo è stato ammazzato” contiene due implicazioni: la prima è che il lupo è morto, la seconda è che qualcuno ha provocato la sua morte.

Il gioco comunicativo indotto dall’uso del non detto può essere molto efficace, funzionale e stimolante per i due attanti, emittente e navigante. E’ però un gioco raffinato ed occorre essere esperti per ottenere dei buoni risultati.

Il rischio potrebbe essere quello di costruire una impalcatura comunicativa non abbastanza stabile, ch non viene interpretata dal navigante nel modo corretto.

Anche il non detto è quindi un codice comunicativo che deve essere interpretato e deve essere codificato e decodificato in modo esatto, così da evitare che il navigante deduca concetti che non erano quelli che l’emittente voleva mettere “implicitamente” in rilievo.

Inoltre, occorre riflettere che è impossibile non comunicare. Infatti, anche il silenzio comunica.

Risultati immagini per dito davanti a bocca

Inoltre nel silenzio sono coinvolti canali e codici diversi, verbali e non, che lo rendono ambiguo e polivalente. Il silenzio scandisce le attività quotidiane, le conversazioni, i pensieri. Il silenzio pervade l'arte e la scrittura. Nei giudizi è carico di innocenza e colpevolezza.

Spesso le occasioni di silenzio sono stabilite da schemi culturali condivisi, in relazione ad eventi e luoghi contingenti o a specifiche persone. Altre volte dipendono da scelte individuali, come segnali di atteggiamenti e posizioni assunte dal parlante.

Nella comunicazione orale, il silenzio è fondamentale già a livello fonico, nello scambio dei turni conversazionali ed è una valida risorsa comunicativa, a volte più carica di significato delle parole.

Nella comunicazione faccia a faccia, l'uso del silenzio è motivato dalla compresenza fisica di mittente e destinatario.

Risultati immagini per chiacchiere tra amici

Esso coopera al discorso con delle inferenze conversazionali, in cui si cerca di riempire il vuoto con significati presi da ciò che viene detto o taciuto.

Il silenzio può essere di varie nature: grammaticale, conversazionale, interazionale, cognitivo.

Si può omettere ed elidere, si può tacere per dare la parola a un altra persona e per cambiare argomento. Non si parla per creare suspence o dirottare l'attenzione.

Nei rapporti sociali, il silenzio assume una doppia connotazione contraddittoria. Può indicare distanziamento e superiorità oppure disagio ad inserirsi nel discorso.

Sul piano cognitivo, il silenzio è considerato essenziale nell'apprendimento, mentre è visto come mancanza di conoscenza nel processo di produzione discorsiva.

Accanto al silenzio formale, cioè all'interruzione del flusso comunicativo, c'è il silenzio di contenuto.

Risultati immagini per parlare a vanvera

Il "parlare di niente" e il "parlare di altro" diventano mezzi per tacere argomenti sgraditi o dolorosi e colmare il vuoto discorsivo solo in apparenza.

La cultura occidentale, assetata di parole, ha associato al silenzio una connotazione negativa e una sensazione di disagio. Spesso si preferisce parlare anche se non si ha niente da dire.

Nella comunicazione telefonica, in cui il discorso orale perde la componente gestuale, vi sono tuttavia segnali che aiutano la comprensione del silenzio. I rumori di sottofondo nella cornetta ci dicono che la persona con cui stavamo parlando non se n'è andata, che il suo silenzio è una scelta.

Nella comunicazione scritta epistolare, il flusso comunicativo si basa sulla risposta. il silenzio diventa l'infrazione a una norma vincolante, motivo di rimprovero e vergogna.

Ci sono pochi segnali, a volte nessuno, che indichino una scelta o meno del silenzio.

Così, da un lato il silenzio voluto viene segnalato con i codici verbali, mentre il silenzio imposto dalla tecnologia viene immediatamente rimarcato al rientro nella conversazione.

Come nel caso della comunicazione epistolare, ci si difende dall'interruzione di un modello prestabilito e condiviso.

Impossibile da identificare con il vuoto, il silenzio reca invece con sé un frastuono di significanti e significati. Indipendentemente dai vincoli che ne determinano il senso, esso è un potente mezzo di comunicazione, in ogni medium e in ogni tempo.

Risultati immagini per punteggiatura

Da non dimenticare, aggiungiamo noi, l’importanza delle pause, dei segni di interpunzione, delle interiezioni, dei codici paralinguistici, e la scelta di sinonimi per alcuni termini linguistici .

La comunicazione, essendo una trasmissione di idee, informazioni e concetti, arricchiti però dall’elemento emotive, evoca indiscutibilmente l’impossibilità di essere oggettivi, a meno di non essere una macchina e trasmettere dati.

Infatti solo un macchinario, quale un computer che dialoga con un altro computer può inviare dati privi di qualunque valenza emotiva. L’essere umano ne è organicamente e strutturalmente incapace.

Anche una fotografia, che teoricamente dovrebbe essere espressione della più cruda oggettività è in realtà soggettiva.

Risultati immagini per fotografo

E’ l’emittente/essere umano che dà un valore all’immagine attraverso l’uso dei punti di vista, dell’inquadratura, della saturazione o meno dei colori.

Anche una pseudo non comunicazione, comunica.

Come abbiamo sottolineato, il silenzio è esso stesso segno, elemento costitutivo di un flusso comunicativo sui generis, ma pur sempre  comunicazione.

LA RICCA SIMBOLOGIA DEL TRIONFO DELLA VIRTÙ DI ANDREA MANTEGNA

$
0
0

Nel capolavoro dipinto da Andrea Mantegna nel 1502 e conservato presso il Louvre di Parigi, ci troviamo nel Giardino delle Virtù, che è stato occupato dai Vizi, i quali lo hanno trasformato in palude, simbolo di contaminazione e morte dell'anima.

A sinistra Minerva, simbolo delle doti intellettuali, vestita della corazza e con l'elmo, la lancia spezzata, simbolo di vittoria e lo scudo, caccia un gruppo di cupidi volanti, procacciatori di amori carnali, alcuni dei quali, indossano una maschera di barbagianni e gufi, simbolo dell'inganno.

Minerva, con la lancia spezzata, mentre scaccia un gruppo di cupidi volanti e una satiressa con la sua prole.
Davanti a Minerva, figure femminili armate rispettivamente di arco e frecce e di una torcia spenta, sono state interpretate come icone di Diana e prosopopee della castità.

Una madre satiressa, con le zampe caprine striate tiene tre figli in grembo e uno per la mano, con le zampe di leopardo è simbolo di lussuria.

Troviamo inoltre la prosopopea di una serie di vizi come l'accidia, rappresentata come una vecchia deforme, priva di braccia, per la sua incapacità di agire che è condotta, tramite una corda dall'inerzia, con la camicia lacera.

L'accidia trascinata con una corda dall'inerzia.
Vi è una scimmia, simbolo dell'odio immortale, poi la frode e la malizia, che porta sulle spalle alcuni sacchi con i semi del male, del male peggior e di quello pessimo.

Appare la Venere terrena, trasportata dal Centauro, simboli entrambi della lussuria.

Essa è preceduta da un cupido con due fiaccole e da due donne, una delle quali tiene l'arco di Cupido, prosopopee di due Virtù che riprendono possesso del giardino.



Vi è un'evidente antitesi tra nudi e vestiti, concetti corrispondenti a Vizi e Virtù.

Il satiro dalla testa leonina con un bambino e una pelliccia di animale in braccio è il simbolo della concupiscenza.

Possiamo ammirare anche la prosopopea dell'ignoranza coronata che viene trasportata di peso dall'ingratitudine e dall'avarizia.

L'ignoranza coronata viene trasportata di peso dall'ingratitudine e dall'avarizia
A sinistra della rappresentazione si scorge un albero di alloro che diviene icona stilizzata di Dafne, madre delle virtù.

Le Tre Virtù Cardinali appaiono in cielo entro una nube rotonda: sono la Giustizia, con la bilancia e la spada, la Fortezza, con la colonna, la clava e il leontè e la Temperanza, con i due vasi con cui versa l'acqua nel vino in segno di moderazione.


L'opera è allegoria del trionfo delle virtù nell'animo umano dopo che il vizio è stato scacciato.

UNO, NESSUNO E CENTOMILA E LA SEMIOSI ILLIMITATA

$
0
0


Uno, nessuno e centomila è l'ultimo romanzo di Pirandello, pubblicato nel 1926, dopo quasi vent'anni di gestazione.

Il titolo del romanzo è metaforicodella vicenda universale narrata da Vitangelo Moscarda, protagonista, uomo ordinario che si interroga sulla sua vita e sull'impossibilità di esprimersi, di essere conoscibile agli altri.


Lo scopo del romanzo è dimostrare che l'Uomo non è Uno, e che la realtà non è oggettiva.

Vitangelo vuole  cercare di distuggere le centomila concezioni che gli altri hanno di lui, facendo capire chi si sente veramente, come egli si considera, ma viene preso per pazzo dalla gente, che non vuole accettare che il mondo sia diverso da come essa lo immagina.

Umberto Eco
È il romanzo della semiosi illimitata, come teorizzato da Umberto Eco, la narrazione di un mondo in cui è impossibile comunicare, in quanto, in un processo di costruzione di significato, operato in collaborazione da emittente e da destinatari, ognuno inserisce nel contenitore "testo comunicativo" il senso che preferisce, non quello che effettivamente l'emittente intende comunicare attraverso quel testo.

In pratica, uno sfasamento tra significatoe significante, che implica la creazione di un significante assoluto, sciolto da ogni vincolo, poliedrico ma incapace di comunicare, di inviare un messaggio univoco.

ADV




Così come affermava Gorgia, antico filosofo greco, "la realtà non esiste; se esistesse non sarebbe conoscibile; se fosse conoscibile non sarebbe comunicabile".

Vitangelo Moscarda  capisce che le persone sono "schiave" dell'idea che gli altri hanno di loro e pure della propria. Il fatto che la gente lo creda pazzo è per lui la dimostrazione che non è possibile distruggere le centomila immagini, a lui estranee, che gli altri hanno di lui.

Vitangelo Moscarda, nell'interpretazione di Enrico Lo Verso
Con il rifiuto del proprio nome, vissuto come una falsità, come il tentativo di imprigionare in un suono il continuo e incessante fluire della vita, delle emozioni, delle sensazioni, dei pensieri, come se fosse un'epigrafe mortuaria, il romanzo raggiunge il suo sovrascopo: dimostrare che il rifiuto totale della persona comporta la frantumazione dell'io, perché esso si dissolve completamente nella natura.

Si passa così dalla visioneantiteticaNOME/VITA e quella che comprende che il nome è un modo, sia pur imperfetto, di contenere psichicamente le CENTOMILA mutevoli e caleidoscopiche inclinazioni umane in un UNO organizzato e coerente, senza il quale si raggiunge solo la morte di qualcuno che è divenuto paradossalmente NESSUNO.

CANZONE DI VASCO ROSSI, L'AMORE PERDUTO E LA SEMIOTICA RITROVATA

$
0
0

La splendida "Canzone" di Vasco Rossi, del 1982, è struggente e coinvolge i fan del cantante, oltre che per la musica, anche per il testo ricco di profonde strutture semionarrative.

Ritroviamo innanzitutto la figura archetipica dell'orfano, la voce di Vasco, alla ricerca continua della sicurezza, del bene perduto, ricercato e mai più ritrovato.

Si inizia con la sinestesia «profumo dolce caldo morbido», figura retorica che prevede l'accostamento di due parole appartenenti a due piani sensoriali diversi.

Vasco Rossi in concerto
Si continua con il climax «di parlarti, di tenerti, di toccarti, di sentirti ancora mia», che consiste nel disporre più elementi del discorso secondo un ordine basato sulla crescente intensità del loro significato per creare un effetto di progressione che potenzia l'espressività del discorso.

Appare l'antitesi «crudele e splendido», che conferisce a due idee consecutive e spesso simmetriche, un maggior rilievo, facendo leva sulla loro più o meno accentuata contrapposizione.

Non manca un modello attanziale, in cui:
  • il soggetto è l'innamorato solo e triste
  • l'oggettoè ritrovare un po' di calore, anche in senso figurato, nel freddo della perdita
  • l'opponente è l'abbandono da parte della persona amata
  • l'aiutanteè la «coperta in più»
  • il destinanteè la fine dell'amore deciso dalla sua ragazza
  • il destinatario è l'innamorato abbandonato
La canzone si conclude con l'anafora«È stato splendido», che serve a rendere più incisivo il concetto mediante la ripetizione dello stesso, in una ridondanza temporale.

Di seguito il testo e la canzone

Canzone - Vasco Rossi - 1982

È nell'aria
ancora il tuo profumo
dolce caldo morbido
come questa sera
mentre tu
mentre tu
non ci sei più
E questa sera nel letto metterò
qualche coperta in più
perché se no avrò freddo
senza averti sempre
senza averti sempre addosso
e sarà triste lo so
ma la tristezza però
si può racchiudere
dentro una canzone
che canterò....
Ogni volta che avrò voglia
di parlarti
di tenerti
di toccarti
di sentirti ancora mia
...è stato splendido
...amarti
...senza averti sempre addosso
...dentro una canzone...

E quando un giorno t'incontrerò
magari per la strada
magari proprio sotto casa tua ehh!!!
ma guarda il caso però
guarda il destino splendido!!
crudele e splendido!!!!

E intanto i giorni passano
e i ricordi sbiadiscono
e le abitudini cambiano eh eh eh!!
È stato splendido...
È stato splendido...
È stato splendido...
È stato splendido...
È stato splendido...




LA METAMORFOSI DI KAFKA TRA ALIENAZIONE E ALLEGORIA

$
0
0


Drammatico e attuale il più conosciuto romanzo dello scrittore boemo Franz Kafka,  pubblicato per la prima volta nel 1915 dal suo editore Kurt Wolff a Lipsia.

La storia narra della trasformazione da individuo libero a insetto ripugnante, da membro attivo della società a peso insostenibile per la stessa famiglia.

L'autore con la copertina originale del romanzo


Tutto il romanzo è permeato dal continuo senso dell'ambiguità, dallo spiazzamento, dalla continua ricerca dell'allegoriae della metafora usate in tutta la loro enigmaticità e ambivalenza e dalla mutazione dei comportamenti dei familiari.

Infatti, sin quando Gregor lavora e sostiene la famiglia viene trattato con rispetto ma quando diventa un peso, viene disprezzato e i genitori e la sorella si sentono sollevati della sua morte.

La storia è allegoria dell'alienazione e spersonalizzazione dell'individuo che la società impone; Gregor Samsa è icona dell'individuo medio, senza particolari ambizioni, sogni o mete da raggiungere, che vive sommessamente la sua grigia esistenza.

Con la metamorfosi Gregor raggiunge la similitudine dentro/fuori

Tale condizione (sub)umana lo trasforma dentro, innanzitutto e nella vicenda fantastica, anche fuori, in modo che il contenuto e la forma del suo essere siano coerenti, in una perfetta similitudine dentro/fuori.

L'influsso perverso della società trasforma però non solo il giovane e sfortunato commesso viaggiatore, ma gli stessi rapporti affettivi, la relazione familiare. Vali e sei degno d'amore sino a quando non sei di peso.

Il romanzo diviene metafora della vita umana che viene valutata solo in misura della sua produttività, efficienza fisica e mentale, gradevolezza.

Si è degni di esistere non in quanto vivi, ma in quanto socialmente accettabili.

Il rapido e inesorabile climax dei rapporti familiari

Si passa quindi dalla raccapricciante trasformazione fisica di Gregor, che è immediata, a quella molto più agghiacciante dei rapporti di sentimento genitoriale e fraterno, che in un climax ascendente di disaffezione, ripugnanza, vergogna e infine indifferenza permettono e anzi implicitamente sollecitano la morte del giovane diventato insetto.

ADV




Il capolavoro allude a una grande opera del passato, le Metamorfosi di Ovidio, ma rispetto a quelle rivela un senso di angoscia latente per il futuro e la consapevolezza che le più radicali metamorfosi non sono quelle fisiche, ma quelle spirituali.
Viewing all 1210 articles
Browse latest View live