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SEMIOTICA DEL VANGELO: LUCA 21, 34-36 E LE FIGURE RETORICHE

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Le Sacre Scritture si prestano come qualunque altro testo comunicativo a essere interpretate e analizzate con l'ausilio di uno strumento scientifico e conoscitivo quale è la semiotica.

Analizziamo dunque il passo del vangelo di Luca 21, 34-36, che si presta, al pari di altri, alla scoperta degli stratagemmi comunicativi impiegati nella redazione del testo.

"In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo".



Dal punto di vista semiotico ritroviamo:
  • i vostri cuori
    sineddoche, per corpi, simboli per anime

  • si appesantiscano
    paradosso, in quanto l'anima incorporea non potrebbe appesantirsi,
    metafora, per indicare l'incapacità dell'anima a librarsi, a volare libera, ma legata al mondo terreno dalle dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita che la rendono prigioniera "appesantendola"

  • quel giorno
    antonomasia, per "giorno del giudizio"

  • non vi piombi addosso
    metafora, per indicare il peso intollerabile, pari al piombo, per l'anima resa "pesante" dagli affanni della vita e incapace di ascendere alla salvezza, che si trova soggetta a subire il crollo addosso
    implicazione che il giorno del giudizio giunga dall'alto, in forma figurata codice prossemico che indica superiorità del giudizio di Dio

  • come un laccio
    similitudine e implicazione, di una cattura
Il testo termina con una iperbole"Vegliate e pregate in ogni momento", per indicare la necessità, per raggiungere la salvezza eterna di comportarsi in modo da essere liberi da dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita, in modo da "sfuggire a tutto ciò che deve accadere", perifrasi e allusione al giorno del Giudizio e di "comparire davanti al Figlio dell'uomo", con finale antonomasia che si riferisce a Gesù, con allusione al suo essere "umano" e insieme giudice finale, nella gloria della divinità.

LA GESTALT E LA POTENZA DEL CALEMBOUR NELL'ESPERIENZA VISIVA

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Quando si definisce un visual per una pubblicità, o si progetta un marchio, occorre fare molta attenzione a diversi particolari, non ultimo alla possibilità che si formi, inavvertitamente un calembour visivo.

Il calembourindica un particolare gioco di parole, basato sull'omofonia di termini che si scrivono in maniera identica o simile ma hanno significato diverso.

Per esempio "venti" indica sia un numero che un fenomeno atmosferico.

Naturalmente il calembour può anche essere visivo, ovvero è basato sulla somiglianza di forme riferite a significati diversi.

Anche la Gestalt si interessò a tale fenomeno.

L’impostazione di questa scuola riteneva che la percezione di un oggetto fosse il risultato della associazione di elementi sensoriali distinti.

Max Werthemeir, suo fondatore nel 1912, sosteneva che non c’è corrispondenza diretta tra realtà empirica e realtà percettiva e che quindi per comprendere il fenomeno percettivo non bisogna partire dalla descrizione dei singoli elementi sensoriali ma dalla situazione percettiva globale perché la “forma non è data dalla semplice somma dei suoi elementi ma è qualcosa di più, di diverso”.

Una delle sette leggi della Gestalt, la "Legge dell'esperienza passata" afferma che elementi che per la nostra esperienza passata sono abitualmente associati tra di loro tendono ad essere uniti in forme.

Basta guardare l'immagine: ci sono le iconestilizzate di due ballerini, un uomo e una donna con abito lungo, a campana, impegnati in una danza. Senza scomodare Freud e Werthemeir, voi cosa ci vedete, invece?

IL SIGNIFICATO DEL PESCE D'APRILE E LE FACEZIE DIGITALI DI GOOGLE

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Il primo giorno di aprile è ormai comunemente conosciuto come il giorno del pesce d'aprile.

La tradizione degli scherzi in occasione di tale festività si creò in Francia con l'usanza di consegnare dei pacchi regalo vuoti in corrispondenza del primo di aprile.

Il nome che venne dato alla strana usanza fu poisson d'avril, per l'appunto pesce d'aprile.

Gli fu dato questo nome  perché uno dei primi scherzi fatti in questa data fu a danno di alcuni pescatori.

Dei burloni gettarono nel fiume moltissime aringhe affumicate gridando: “Eccovi i pesci!”

Ecco perché uno degli scherzi più diffusi è quello di appendere alla schiena di qualcuno un pezzo di carta con il disegno di un pesce.

In occasione di tale ricorrenza è abitudine di alcuni supermercati  di regalare ai primi cento che ne fanno richiesta un buono per l'acquisto di una spesa a base di pesce.

Ogni anno anche Google, molto sensibile a questa ricorrenza, propone uno scherzo digitale.

Ad esempio è del 2013 la versione beta di Olezzo: si chiedeva di cercare come termine una parola attinente a un odore, ad esempio quello di un cassonetto dell'immondizia e di avvicinare il naso allo schermo per sentire l'olezzo.

Una volta cliccato sul fatidico pulsante di ricerca si avviava una barra di caricamento ci avvertiva che l'odore era quasi pronto per essere annusato.

Simpatico e inoffensivo.

Di tutt'altro genere lo scherzo proposto nel 2016.

L'azienda è stata infatti sommersa dalle proteste degli utenti contro l'opzione "mic drop Gmail" aggiunta in occasione del 1° aprile, una versione speciale del tasto invio che prevedeva la comparsa di un "minion" della saga Cattivissimo me vestito da regina che getta un microfono.

Uno scherzo nato dall'espressione "drop the microphone", ovvero riuscire ad avere l`ultima parola e lasciare l'interlocutore senza parole.


"Sembra che quest'anno lo scherzo ce lo siamo fatti da soli", ha scritto Google sul proprio blog ufficiale, scusandosi e sostenendo che sarebbe stato un bug a causare "più mal di testa che risate".

Nelle intenzioni di Google, il mittente avrebbe dovuto usare tale messaggio per dire in maniera scherzosa di aver detto tutto quello che c'era da dire, ma alcuni utenti hanno dichiarato di averlo inviato ai capi di lavoro, clienti e ad altre persone che avrebbero potuto non gradire la comparsa del mostriciattolo giallo e le sue intenzioni bellicose.

L'inserimento di GOOGLE in queste relazioni bipolari digitali ha insomma generato un inquietante e non più insolito triangolo, senza averlo considerato.

Nel 2017 l'applicazione Google Maps presentava un tasto raffigurante una Pac-Man al femminile: cliccando l'insolita icona, la mappa del luogo della città dove ci si trova si può trasformare in una mappa del celebre videogioco.



Metafora "ludica" dei pericoli in agguato a ogni incrocio?





SIMBOLOGIA DEL COLORE ROSSO

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Il rosso è il colore corrispondente alle radiazioni elettromagnetiche di lunghezza d'onda compresa approssimativamente tra 645 nm e 750 nm; è uno dei tre colori primari, insieme al verde e al blu;

Il rosso stimola il sistema simpatico del nostro sistema nervoso, attiva la produzione di adrenalina e aumenta l'emozionalità.

Questo colore è associato al sangue, al fuoco.



E' il colore della passione, della rabbia, dell'amore, dell'energia e della determinazione.

Nell’antico Egitto il rosso aveva valenze prevalentemente negative essendo legato a Seth, uccisore di Osiride, che aveva occhi e capelli rossi.

In epoca romana e nel Medioevo la bandiera rossa veniva impiegata dagli eserciti per intimidire il nemico e voleva indicare che, in caso di vittoria, non ci sarebbe stata pietà.

Il rosso, o meglio il colore porpora, è sempre stato legato alla dignità regale e ne è simbolo.



Nella simbologia alchemica rappresenta la rubedo, che è il compimento finale delle trasmutazioni chimiche, che culminano con la realizzazione della pietra filosofale e la conversione dei metalli vili in oro.

Nel linguaggio dei fiori, le rose rosse simboleggiano la passione.



I quartieri in cui è molto attiva la prostituzione vengono definiti a luci rosse in quanto, inizialmente, venivano segnalati a chi vi si avvicinava tramite delle lanterne di color rosso.


E' il colore dell'allerta che induce a mettersi in guardia per reagire prontamente a eventuali condizioni di pericolo, e con questo valore viene utilizzato in alcune forme di segnaletica.




Una bandiera rossa veniva issata sul pennone delle navi di pirati prima di saccheggiare una nave.

In seguito simboleggiò l’essere disposti a battersi fino alla fine, all'ultimo sangue: con questo significato veniva issata su castelli e città assediate per indicare il rifiuto ad arrendersi.

E' il colore del nastro usato per rappresentare la lotta all'AIDS



La Red Ribbon Foundation descrive così il significato del nastro rosso:

«Il Nastro Rosso è il simbolo mondiale della solidarietà agli HIV-positivi e ai malati di AIDS, e unisce le persone nella comune lotta contro questa malattia.
Il Nastro Rosso è...
Rosso, come l'amore, per essere simbolo di passione e tolleranza verso chi è colpito.
Rosso, come il sangue, per rappresentare il dolore causato dalla morte di tante persone per l'AIDS.
Rosso, come la rabbia per il come siamo indifesi nell'affrontare una malattia per la quale non c'è ancora possibilità di cura.
Rosso come segno di avvertimento da non ignorare uno dei più grandi problemi del nostro tempo.»

Il rosso, per la medicina indiana, rappresenta il primo chakra, simbolo di tutti gli aspetti più materiali della vita. Stimola l’energia mentale e fisica e in cromoterapia diventa il colore ideale per chi ha bisogno di stimolo e movimento.



In Cina il rosso è simbolo di felicità e ricchezza quindi colore portafortuna

MANGIA COME VUOI ESSERE: LA FIABA IPERBOLICA DI EDEKA

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Una splendida fiaba, una pubblicità intensa ed efficace, l'ultima realizzata per Edeka dedicata alla cura dell'alimentazione. In un luogo abitato solo da obesi, compresi i cani, un bambino sogna di volare.

Lo scopo del video è far riflettere sul cibo e invitare a un'alimentazione consapevole. Il sovrascopoè scegliere i prodotti del brand per ottenere questo. Ovviamente è implicito che il brand offre ai suoi consumatori solo cibo sano, che fa "volare"

Tutta la narrazione è giocata sull'iperbole. Infatti tutti gli abitanti obesi gravi, il cibo che ingurgitano è una pappa scura e non distinguibile (simbolo dell'alimentazione non consapevole), il bambino comincia a nutrirsi solo di bacche e frutti selvatici (simbolo dell'alimentazione sana e consapevole) come l'uccellino, alla fine dello spot il bambino vola.

Il mondo "oversize" nella pubblicità di Edeka
Forte l'antitesi tra prima e dopo, tra inverno e primavera, tra grasso e magro, pesante e leggero.

Il bambino è prosopopea del cliente Edeka.

Il modello attanziale composto dai consueti sei attanti della comunicazione è:
  1. Soggetto - il bambino
  2. Oggetto - volare (metafora di diventare più sano, magro e leggero)
  3. Opponente - la sua obesità, la cultura del mangiare cibo spazzatura del suo villaggio
  4. Aiutante - l'uccellino che lo ispira, le bacche
  5. Destinante - l'uccellino, il brand
  6. Destinatario - il bimbo obeso che diventa magro, il target di Edeka
La trasformazione del bambino, il Destinatario del messaggio nel modello attanziale dello spot
Il quadrato semiotico:
  • pesante - tutti gli abitanti del villaggio obeso
  • leggero - l'uccellino
  • non pesante - il bimbo dimagrito
  • non leggero - il cibo ingurgitato da tutti
Pausa pranzo nel villaggio degli obesi
La funzione comunicativa utilizzata è la conativa: mangia sano e vola leggero.

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Ecco il video di Edeka:





YOUR NAME DI MAKOTO SHINKAI E L'OSSIMORO DELL'AMORE

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Le strutture narrative sono elementi innati nella esposizione di storie nell'homo sapiens. Non sono quindi un concetto culturale, ma ontologico dell'essere umano.

"Your name" ("Kimi no na wa") è un film d'animazione giapponese del 2016 scritto e diretto da Makoto Shinkai.


L'ossimori maschio femminile e femmina mascolina

Si tratta della storia di due adolescenti giapponesi del 2010 ai quali, per motivi inspiegabili, capita di risvegliarsi a momenti alterni l'uno nel corpo dell'altra.

Intorno a questo evento, e a uno sfasamento temporale di tre anni, accadono innumerevoli fatti, sino alla distruzione del villaggio dove lei perde la vita, a causa dell'impatto con una scheggia di cometa caduta dal cielo, a una sorte di viaggio nel tempo per cambiare gli eventi e al rincontro casuale dei due, una volta divenuti giovani adulti.

Le antitesi maschio e femmina /non vita e non morte
Film delicatissimo e profondo, è basato sulle antitesi vita e morte e maschio e femmina.

Sui concetti di vita e morte vi è anche l'organizzazione della storia in quadrato semiotico:

Il quadrato semiotico di Your Name

Vita - Miki, Tsukasa, gli altri amici
Morte - gli abitanti del villaggio non scampati alla strage
Non vita - quella di Taki senza Mitsuha
Non morte - Mitsuha, sua sorella Yotsuha, e quanti si sono salvati

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Interessante anche l'ossimoro del maschio femminile e della femmina mascolina (Taki nel corpo di Mitsuha influenza il di lui atteggiamento, così come fa Mitsuha nel corpo di Taki) con cui l'autore intende sottolineare lo stretto legame psicofisico del genere maschile e di quello femminile con il proprio corpo.

IL CIBO E LA PERCEZIONE DEL COLORE

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I codici cromatici, relativi al significato del colore del cibo esprimono concetti legati a idee di freschezza, genuinità, sapidità, delicatezza o in senso negativo, a idee correlate a deperibilità, decadimento, marciume.

E' infatti risaputo che il colore predispone o meno al consumo di un alimento fornendo al consumatore informazioni sulla qualità e la freschezza del prodotto.

Il nostro cervello associa al colore dei cibi sensazioni positive o negative legate a situazioni già vissute, in una sorta di pregresso mentale. Il colore diventa un segno di allerta e ci fornisce indicazioni primarie sul cibo: se un frutto è verde è acerbo, se tende al marrone è marcio. Prima ancora di assaggiarlo il consumatore ha già, partendo dall'osservazione del colore, una chiara idea del gusto che avrà, aspro, dolce o acido, in quanto vista e gusto si associano a creare una sensazione unica.

Il colore diventa un segno di allerta e ci fornisce indicazioni primarie sul cibo
Un colore diverso da quello a cui è abituato ad associare un alimento produce nel consumatore una sensazione di diffidenza se non di disgusto. Un colore conosciuto lo invita invece all'assaggio, nel caso di binomio "colore giusto/sapore buono".

Storicamente gli alimenti si dividevano, secondo la saggezza popolare, in colori contrastanti: ad esempio il pane poteva essere bianco o nero: quello bianco era semanticamente legato a una idea di ricchezza, benessere economico, mangiarlo era indice di appartenere a una classe agiata; quello nero era collegato all'idea di povertà, anche se attualmente la crosta scura rimanda a una idea di genuinità e artigianalità, mentre quella bianca a un prodotto industriale quindi meno tipico e saporito.

Il colore rosso nella carne indica freschezza
La carne rossa era quella legata al potere, la forza, l’esuberanza, la mascolinità; quella bianca alla delicatezza, alla femminilità, talvolta era indice che chi la consumava era malato o convalescente.
Il colore è un elemento percettivo potentissimo.

Le differenti emozioni e sensazioni determinate dai rossi, rispetto ai blu o agli altri colori ci orientano ad una catalogazione in famiglie che fanno capo ai principali colori dello spettro cromatico: viola, blu, azzurro, verde, giallo, arancione e rosso.

Il viola è un colore transitorio, in quanto è quasi al limite dello spettro visibile e comunque oltre il blu parasimpatico, elemento del sistema RGB. Può determinare sensazioni di estrema eleganza come all'opposto di estrema penitenza, disagio o ammonimento.

La relativa famiglia che va dall’”indigo” al “plum” può essere utilizzata anche per concetti che vanno dalla stravaganza alla rispettabilità e alla cultura. Nel mondo alimentare il viola “evoca il più alto valore della soglia sensibile del gusto dolce" e quindi viene spesso riferito percettivamente ai dolciumi.

Il viola evoca l'idea dell'estrema dolcezza
Il blu, legato ai concetti di acqua e cielo, è colore che rasserena, stimolando la disattivazione dell’adrenalina. Colore di calma, tranquillità, sicurezza, affidabilità. Tale effetto viene utilizzato come stratagemma comunicativo per porre l’emittente in condizione di prestigio e autorevolezza rispetto al destinatario. Nella percezione dei prodotti alimentari è poco associato agli alimenti, e per lo più, in modo più “cognitivo” che "sensoriale", relazionato al “pesce”, La relativa famiglia che va dal “navy” all’”alice” viene impiegata, oltre che in ambiti tecnologici e di igiene, proprio per ribadire la serietà, la competenza e l’autorevolezza dell’emittente.

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L’azzurro è colore transitorio tra blu e green. Ha in sé un maggior dinamismo e determina un senso di attività.

Il verde è colore della salute, della natura, della vita. Genera sensazioni di relax, calma, sicurezza, vitalità, benessere psicofisico esprimendo, nel mondo alimentare, un chiaro collegamento tra “colore verde” e freschezza, vitalità, genuinità, salute.

Una fresca e verde insalata
Il giallo è un colore transitorio (insieme all'arancione) tra il verde e il rosso . E’ colore di cambiamento di allerta. Esprime vitalità estrema e pericolo. E’ legato all'immagine del sole che è giallo quando si trova in fase di transizione durante il giorno tra il blu della notte, il rosso dell’alba e tra il rosso del tramonto e il blu della notte seguente.

E’insieme al rosso il colore che più esprime il concetto di frutto maturo, dolce e succoso.

Accostato, insieme al verde, a determinati alimenti, quali la carne o il pesce, ribalta le sue connotazioni, assumendone di negative, legate ai concetti di putrefazione, marciume.

La famiglia dei gialli (dal “gold“ all’”ivory”) è in sostanza molto fluida e dinamica e viene impiegata per indicare concetti di cambiamento ed evoluzione.

L’arancione riflette la valenza transitoria tipica del giallo anche se la vicinanza al “rosso simpatico” si riflette in una maggiore emozionalità tipica di questo colore.
Genuinità, ottimismo, vitalità e lifestyle nell'arancione zucca
La relativa famiglia esprime concetti di ottimismo e se orientata maggiormente sui marroni, è impiegata per esprimere cultura e lifestyle.

Il rosso, legato ancestralmente ai concetti di sangue, fuoco, sole è colore che eccita, spaventa, adira, stimolando l’attivazione dell’adrenalina. Colore di passione, agitazione, instabilità, emotività, è particolarmente apprezzato negli alimenti in quanto rimanda a una idea di pienezza, maturità, forza, energia.

Forza, energia e pienezza nel rosso peperoncino

L’elemento cromatico resta un fattore fra i più importanti alla base delle scelte del consumatore essendo elemento di grande attrazione emozionale e simbolico.

GIORGIO GABER: L'UOMO CAPISCE TUTTO, TRANNE LE COSE PERFETTAMENTE SEMPLICI

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Con un bel paradosso il grande Giogio Gaber, inizia uno dei suoi pezzi più belli, il monologo di Giotto di Bondone, del 1974: "L’uomo capisce tutto, tranne le cose perfettamente semplici".

Prende in giro "l'intellighenzia" di allora e di sempre e in particolare la semiotica e la sua mania di analizzare ogni cosa, attraverso Umberto Eco, uomo simbolo della disciplina, che afferma, come tanti altri, che: "Il cielo è d’oro, è sempre stato d’oro, che sciocchezza, è d’oro, il cielo!".

Giorgio Gaber, cantautore, commediografo, regista teatrale e attore teatrale e cinematografico 
Giotto è quindi deriso e osteggiato da tutti sino a quando Umberto Eco "che è cieco ma intelligente" capisce "che non c’è niente da capire" per concludere, osservando la volta celeste "vuoi vedere che è azzurro davvero?"

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"Bastava guardare!... Ho capito!... Ho capito che non c’è niente da capire! Capire che non c’è niente da capire!... Ma non è ancora capire."

Di seguito il monologo completo. Buon ascolto!





IL CALMO FLUIRE DEL TEMPO E DELLE AZIONI NELLE GRANDI BAGNANTI DI CÉZANNE

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Nella tela di Paul Cézanne, realizzata nel 1906 e conservata nel Museum of Art di Filadelfia, un gruppo di bagnanti nude occupa placidamente la riva di un corso d'acqua.

L'opera viene ritenuta il capolavoro dell'autore, non solo per l'innegabile bellezza, ma anche per il messaggio che riesce a veicolare.

Considerando le categorie eidetiche, che si occupano del significato inconscio delle forme, notiamo che la composizione è suddivisa e organizzata in vari triangoli, formati dai gruppi di bagnanti, nelle due rive del corso d'acqua e dai due tronchi che si incontrano, incorniciando la rappresentazione dei soggetti e del paesaggio.

Lo schema a triangoli che domina la composizione.
Il triangolo, che evoca in modo inconscio la forma delle montagne e la loro statica inalterabilità nel tempo, è un elemento percettivo che genera un'idea di stabilità, calma, affidabilità, equilibrio.

L'autore intende farci percepire questa sensazione di languore, di relax, di calmo fluire del tempo e delle azioni.



Tale sensazione viene acuita dall'uso del blu nel cielo e nell'acqua, colore che deattiva l'adrenalina e mette in funzione il sistema parasimpatico che nel nostro organismo è deputato a gestire le attività quotidiane e le sensazioni di calma, routine, rilassamento e pensiero, generando sensazioni di benessere e fiducia.

La stupenda tavolozza dei blu utilizzata da Cézanne
La macchia al centro che viene accarezzata dalle donne, un cane sdraiato, perno visivo attorno al quale ruota la composizione è simbolo di sicurezza, fiducia, serietà e contribuisce a sottolineare il senso di quiete che aleggia nel dipinto.

Il cane sdraiato sulla riva, vero perno della composizione.
I codici gestuali delle bagnanti, lenti, languidi, teneri, sono in perfetta sinergia con gli altri elementi presenti nel dipinto, tesi a creare nello spettatore una percezione di fiducioso abbandono.

I colori caldi del terreno e della pelle delle donne, in antitesi con i colori freddi del corso d'acqua e del cielo creano un equilibrio di sensazioni che aggiunge struggimento e pacatezza al capolavoro che diviene allegoria di languore.

L'analisi del capolavoro proposta sul nostro canale video. Buona visione.

IL GESTO DELLE CORNA NELLA MUSICA ROCK

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Il gesto delle corna può essere un segno dal significato di approvazione, buona fortuna e complicità con diffusione in centro e nord Europa, oppure volgare ed offensivo con diffusione nell'Europa mediterranea, le cui origini risalgono all'antica Grecia.

La mitologia racconta che il Minotauro, concepito dal tradimento di Pasifae regina di Creta con il Toro di Creta, era cornuto e il popolo ricordava al suo re, Minosse, il tradimento, mostrandogli il tipico gesto con la mano. Di qui il legame del gesto con l'idea dell'infedeltà.



Nell'ambito del rock (in particolare heavy metal e in genere della musica hard rock) è un gesto di approvazione e complicità tra i fans.

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Il gesto delle corna in questo caso ha però una doppia forma e origine: la forma con tre dita (pollice, indice e mignolo alzati) si è radicata nella cultura hippie per la sua derivazione dal linguaggio dei segni, in cui viene usato per esprimere amore, esempi si possono trovare nel film animato dei Beatles Yellow Submarine in cui viene usato da John Lennon, per estensione poi è accomunato alla cultura rock.

 
La paternità della variante con due dita (indice e mignolo) è molto discussa, ma il cantante americano Ronnie James Dio dichiarò di aver preso il gesto dalla nonna italiana che lo utilizzava per allontanare il male.

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In linea con i temi mistici dei Black Sabbath, James Dio lo diffuse durante il tour Heaven and Hell nel 1980, ad oggi quest'ultimo rimane il più diffuso segno di riconoscimento tra i fans del heavy metal, durante i concerti è possibile vedere intere distese di mani alzate nell'atto di compiere questo gesto in onore della band che sta suonando.


Tuttavia la prima apparizione del gesto delle corna nel mondo della musica rock fu nel booklet dell'album Witchcraft Destroys Mind and Reaps Soul dei Coven.



LA RETORICA DI ANTONELLO VENDITTI TRA FIGURE E POESIA

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La bella canzone di Antonello Venditti "Ogni volta" rivela un'insospettabile presenza di figure retoriche al suo interno.

L'anafora"Ogni volta" ritorna durante tutta la canzone per rappresentare l'incessante presenza di lei anche se ormai assente, nella vita e nella mente di lui.

L'iperbole"E mille nuovi amori cercherò"è chiaramente un'esagerazione che si riferisce alle decine di amori successivi alla storia finita, che sembrano innumerevoli, proprio per evidenziare l'unicità di lei.

Antonello Venditti in concerto
La sineddoche"le sue mani, la sua pelle" per riferirsi al suo rivale, nella sua interezza, è seguita dall'antitesi  "no, non sono me", al fine di insistere sulle loro diversità e sulla propria unicità.

L'anafora"voglio te" intende evidenziare il bisogno di lui di avere accanto il suo amore perduto.

L'accumulazione"ogni cosa ....ogni frase, ogni gesto che fai", che è quasi un climax, serve a sottolineare l'importanza della propria presenza nel ricordo di lei.

L'archetipo dell'orfano è rappresentato dall'innamorato abbandonato.

Termina con il climax"ultimo sguardo, all'ultimo istante all'ultimo giorno",  che consiste nel disporre più elementi del discorso secondo un ordine basato sulla crescente intensità del loro significato.

Una bella canzone, una buona struttura.

Di seguito il testo.

Ogni volta

Ogni volta che parlo di te
tu fai parte o non parte di me
ogni volta che piango per te
tu fai parte o non parte di noi.
E mille nuovi amori cercherò
per non amarti più
ma mai nessuna al mondo sarai tu.
E stanotte la passi con lui
ma ogni cosa ti parla di noi
ogni frase, ogni gesto che fai
è già stato vissuto da noi.
Chiudi gli occhi e pensi che
le sue mani, la sua pelle no, non sono me.
Ogni volta che parli di me
faccio parte o non parte di te
ogni volta che piangi per me
faccio parte o non parte di noi.
A tutti i nostri amici
tu dirai di non amarmi più
ma solo io saprò a chi pensi tu
voglio te voglio te, voglio te
perchè tu, tu fai parte di me
voglio te, voglio te, voglio te
fino all'ultimo sguardo
all'ultimo istante all'ultimo giorno che avrò.

Ed ecco la canzone su Youtube. Buon ascolto!



IL BLU E LA SUA SIMBOLOGIA

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Risultati immagini per mare e cielo blu

Il colore è una “caratteristica delle superfici per cui esse riflettono in vario modo la luce, inducendo determinate sensazioni nell’occhio umano”.

Il nostro sistema nervoso comprende il sistema parasimpatico e il sistema simpatico. Il sistema parasimpatico è responsabile di tutto ciò che riguarda l’attività di routine dell’organismo come le funzioni organiche mentre il sistema simpatico è deputato alle attività di eccitazione, difesa e urgenza.

Risultati immagini per sistema simpatico parasimpatico

Siamo biologicamente organizzati in modo tale che il nostro sistema simpatico e parasimpatico reagiscano in modo molto differente di fronte a stimoli cromatici diversi.

Il blu, che si trova tra le lunghezze d'onda da 466 a 482 nm, disattiva l’adrenalina attraverso il sistema parasimpatico ed invita alla calma. E' uno dei tre colori primari, insieme al verde e al rosso.

Questo colore, legato ai concetti di acqua e cielo, è colore che rasserena, stimolando la disattivazione dell’adrenalina.

Risultati immagini per blu cromoterapia

In Cromoterapia è utile per il suo effetto altamente calmante. Rallenta la frequenza del battito cardiaco e abbassa la pressione sanguigna, tendendo a rilassare il corpo e allontanare il senso di ansia.

Colore di calma, tranquillità, sicurezza, affidabilità. Tale effetto viene utilizzato come stratagemma comunicativo per porre l’emittente in condizione di prestigio e autorevolezza rispetto al destinatario.

Mentre il rosso è legato all'idea di sangue, passione, rabbia ed evoca il regno animale, il verde richiama i concetti di clorofilla, freschezza, naturalità, "altra" forma di vita ed è legato al regno vegetale, il blu, che rimanda all'idea di acqua e di cielo è legato al regno minerale.

Risultati immagini per sapphire

Il blu è il colore del cielo quando è sereno, perché le molecole di gas che compongono l'atmosfera terrestre diffondono solo la luce blu, che ha lunghezza d'onda minore, mentre le lunghezze d'onda maggiori vengono assorbite.

Risultati immagini per puffi

Uno dei motivi che spinsero i creatori dei Puffi a immaginarli blu era legato al messaggio inconscio che tale gradazione cromatica portava con sé, connotando i piccoli esseri come pacifici e cordiali, eccentrici e strani ma profondamente calmi e buoni.

Nel codice della strada i segnali colorati di blu sono quelli relativi alle indicazioni e agli obblighi degli automobilisti, quindi il colore evoca l'idea della affidabilità delle indicazioni e dell'autorità che emana dal segnale nel momento in cui rappresenta un obbligo.


Risultati immagini per segnale stradale obbligo

Nell'Antico Egitto il blu era opposto al rosso ed era considerato il colore dell'introspezione e dell'infinito, era anche la tinta della pelle del dio dell'aria Amon.

Il sangue reale è detto "blu" perché prima che l'abbronzatura diventasse un simbolo di bellezza e benessere, essa era tipica di chi stava sempre all'aperto e lavorava la terra, mentre i nobili, all'interno delle loro dimore, erano pallidi, e il pallore era ricercato proprio per il suo significato di grazia e splendore.

Immagine correlata

Su di una pelle pallida spiccano le vene superficiali, che appaiono blu e che hanno dato origine alla tipica espressione per indicare i nobili.

La relativa famiglia del blu che va dal “navy” all’”alice” viene impiegata, oltre che in ambiti tecnologici e di igiene, per ribadire la serietà, la competenza e l’autorevolezza dell’emittente.Infatti tutte le gradazioni del blu, richiamando l'idea di cielo e in senso metaforico di grandezza incommensurabile, escatologica, divina, rimandano anche all'idea di Giustizia e Ordine sovrannaturale, quindi a un'autorità superiore cui tutti sono volenti o nolenti sottoposti.

Risultati immagini per polizia


Ecco quindi l'uso delle auto blu, impiegate dagli esponenti dell'ordine costituito e il colore delle divise dei poliziotti e dei carabinieri per evocare un'idea di autorità e sicurezza.

Il blu rappresenta la trascendenza e l’ineffabilità divina, rappresenta cromaticamente l’indicibile realtà di Dio. Si trova nell’hymation del Pantokrator ed è il colore della vergine Maria, per alludere alla sua natura umana ma superiore alle altre creature in quanto Madre di Dio.

Risultati immagini per bandiera europea

La bandiera europea è costituita da un cerchio di 12 stelle dorate su uno sfondo blu. Le stelle, si legge sul sito dell'Unione Europea,  sarebbero il simbolo degli ideali di unità, solidarietà e armonia tra i popoli d'Europa.



In effetti sia i colori, che i simboli, che la loro disposizione in tondo sono stati ripresi direttamente dalla devozione mariana. Dall'azzurro del cielo alle dodici stelle che sono infatti quelle dell'Apocalisse biblica in cui compare la Madonna con in capo una corona.

Infatti la bandiera fu ideata dal disegnatore cattolico francese Arséne Heitz, che si ispirò al dodicesimo capitolo dell’Apocalisse: “Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una Donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle”.

HARRY POTTER E NEVILLE PACIOCK: GLI ARCHETIPI COMPLESSO E COMPOSTO

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Tra i protagonisti della saga di Harry Potter oltre al celeberrimo mago con gli occhialetti tondi, si piazza, a pieno titolo, un personaggio, che almeno all'inizio della vicenda, pareva fosse destinato a non essere altro che una patetica caricatura, l'imbranato dal cuore d'oro ma assolutamente inadatto alla vita.

Neville Longbottom (o Neville Paciock nella traduzione italiana, con evidente riferimento per assonanza, al termine "pacioccone" ovvero persona dal carattere gioviale e bonario) è per esteso la personificazione del suo cognome, secondo il detto latino che "nomina sunt omina", i nomi sono destini.

Un giovane Matthew Lewis nei panni di Neville Paciock nella trasposizione cinematografica di Harry Potter
Sempre imbranato, sfortunato e smemorato, pare talmente inadatto al mondo dei maghi da sembrare quasi un "Magonò", ovvero un individuo  della razza dei maghi ma privo di poteri.

Il giovanissimo Harry, invece, sin da subito, si distingue per le sue doti magiche: sa volare con naturalezza e precisione sulla scopa immediatamente, al punto da essere preso nella squadra di Quidditch sin dal primo anno di College, impara subito l'"incantum patronum", incantesimo difficilissimo per difendersi dai dissennatori, trova la pietra filosofale, uccide il basilisco, è insomma, sin dal primo capitolo, un portento pur in un mondo di esseri magici, abituati all'impossibile.

Harry Potter durante una partita di Quidditch
Al povero Neville nulla riesce bene: appena arrivato perde il suo animale totem, un rospo, perde il controllo della scopa volante e rischia di morire, è immediatamente preso di mira dai folletti blu della Cornovaglia e appeso al lampadario dell'aula. Insomma un vero disastro.

Neville Paciock alle prese con i folletti blu della Cornovaglia
Eppure, alla fine della saga, si riscatta e diviene, elemento determinante della sconfitta del Mago Oscuro, con la decapitazione di Nagini, il serpente/orcrux di Voldemort tanto e più di Harry Potter.

Come l'autrice è riuscita a trasformare il brutto anatroccolo in uno splendido cigno narrativo?

Si è basata sull'uso degli archetipi.

Ha "inventato"Harry come un archetipo complesso sin dal suo primo apparire: Harry è l'archetipo del mago, ovviamente, ma anche dell'orfano (ha perso i suoi genitori), del guerriero (combatte da subito contro Voldemort e i suoi mostri), dell'innocente (ha sempre l'animo puro del fanciullo, anche da adulto, e grazie all'amore dei suoi amici sente di avere tutto ciò che ha sempre desiderato); del viandante (viaggia tra il mondo dei maghi e quello dei "babbani") e infine del martire (sacrifica sempre volentieri se stesso per salvare i suoi amici e distruggere Voldemort).

Per Neville la J. K. Rowling ha usato invece un'altra tecnica: ha composto il suo archetipo volta per volta, aggiungendo un tassello alla costruzione per ogni episodio della saga e rendendolo complesso come quello di Harry, solo nell'ultimo episodio. Ha quindi realizzato un archetipo composto.

Neville all'inizio è solo un orfano: i genitori sono divenuti pazzi e stanno della clinica di malattie mentali dei maghi e lui vive con una nonna che lo ama ma non lo capisce né lo apprezza, e lo manda ad Howgards con la speranza di un miglioramento ma senza crederci troppo.

Poi, conoscendolo nei capitoli successivi, si scopre che è un innocente, anima candida che ama i suoi compagni e vive felice nella sua "Casa" Grifondoro.

Il cappello magico che colloca Neville Paciock nella "Casa Grifondoro"
È un martire, quando crescendo desidera proteggere i suoi amici e si mette in pericolo per loro, lui così schivo, riservato, mite e non desideroso di avventure. Impara a essere, per seguire Harry, Ron, Ermione e Luna, un viandante tra il mondo dei maghi e dei babbani.

Negli ultimi episodi si evolve culturalmente in un mago esperto di erbologia, al punto da poter aiutare Harry, con le sue competenze magiche, a superare prove ritenute impossibili o quasi.

Neville Paciock diventa un esperto di erbologia: l'archetipo del mago.
Nelle ultime scene si trasforma in un potente ed efficace guerriero, combattendo durante la campale battaglia di Howgards contro i mostri di Voldermort, i mangiamorte, i folletti, i troll, i lupi mannari e in una apoteosi finale, contro Voldemort stesso, o almeno contro l'ultima parte della sua anima, il serpente Nagini.

Neville Paciock sconfigge il serpente Nagini: l'archetipo del guerriero
Harry è subito un eroe. Neville fa un percorso narrativo e lo diventa, al pari del suo amico.

La semiotica, grazie alla sua "magiche" strutture semionarrative, ancora una volta vince.

Il bene, anche.


LA BIBLIOTECA DI BABELE DI BORGES E LA VERITÁ

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La Biblioteca di Babele  è un racconto fantastico di Jorge Luis Borges, apparso dapprima nel 1941 nella raccolta "Il giardino dei sentieri che si biforcano" e poi, nel 1944, all'interno del volume "Finzioni".

La vicenda è relativa a una distopia in cui in una immensa biblioteca sono raccolti disordinatamente tutti i possibili libri di 410 pagine in cui si susseguono sequenze di caratteri senza ordine, in tutte le possibili combinazioni.

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I caratteri, in modo assolutamente casuale, compongono a volte frasi di senso compiuto di lunghezza variabile, e sempre per casualità, nella infinita possibilità di variabili, compongono anche un testo intellegibile, il libro della Verità.

Tale testo, custodito in un luogo imprecisato nella labirintica Biblioteca di Babele è ricercato con affanno dagli uomini che vogliono conoscere la Verità.

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Purtroppo, nel romanzo distopico di Borges, non solo è presente il libro della Verità, ma anche ogni sua possibile variante e perfino il suo opposto, la Menzogna.

Ovviamente tali libri non sono stati composti da una mente pensante, ma sempre e solo per assoluta casualità nel rimescolamento dei caratteri.

In tale visione  apocalittica e frustrante vi è una profondissima mancanza di fede, da parte dell'autore, in un qualunque senso dell'esistenza.

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Secondo la sua concezione tutto è dovuto al caso, niente esiste davvero se non le innumerevoli variabili casuali.

La stessa Verità, contenuta in uno dei libri, essendo dovuta non alla redazione di una mente ordinatrice, ma sempre, solo e comunque al caso, non può esistere. Se non esiste la Verità tutto è senza senso.

Però in tale visione dell'esistente narrata nello splendido romanzo di Borges vi sono delle contraddizioni.

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Infatti in un libro non può che esserci la narrazione della Verità, la sua rappresentazione espressa verbalmente, che è cosa diversa dalla Verità in quanto tale.

Vi è tra tale narrazione e la Verità il medesimo rapporto esistente tra una immagine fotografica e la persona che vi è ritratta: la prima è solo una icona, la seconda è originale, è reale, è viva.

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In pratica fra l'immagine e la realtà rappresentata il rapporto è il medesimo che esiste tra un fantasma e ciò che era prima, un essere vivente, lo stesso che mette in rapporto la Morte e la Vita.

Il libro è morto, la Verità è viva. Ma a questo punto sorge la domanda: da dove deriva la Verità?

Se essa si è autogenerata casualmente, così come il libro che la rappresenta, non può esistere veramente, in quanto casuale organizzazione di elementi a loro volta casuali, che quindi non hanno un vero senso.

Se invece non è così, non resta che pensare che tale Verità esista in quanto organizzata da una mente superiore, con un senso e un fine ultimo.

Già solo il fatto che gli uomini cerchino la Verità, nel testo di Borges, implica che loro credono che essa esista. Gli uomini cercano il libro in quanto rappresentazione statica di una entità dinamica e vivente.

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L'altra implicazione è che la Verità è intellegibile agli uomini che quindi possiedono in modo innato la capacità di interpretare il codice linguistico, sintattico e logico.

Come è possibile che gli uomini abbiano tali capacità? Se fossero essi stessi casuali variabili infinite si produrrebbe il fenomeno della semiosi illimitata, la comunicazione non sarebbe possibile e sarebbe loro preclusa la possibilità di interpretazione di un testo.

Il fatto che esista un testo implica che vi sia un messaggio e ciò a sua volta implica un emittente. Quindi l'esistenza di una mente ordinatrice, logica.

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Quindi esiste qualcuno, diverso dagli uomini che sono in cerca, che intende comunicare con essi, inviando un messaggio intellegibile.

Se questo è vero, però, anche gli altri libri che contengono intellegibili varianti della rappresentazione della Verità sono messaggi inviati agli uomini che sono alla ricerca del Vero. Però sono false rappresentazioni, fuorvianti.

Allora o un solo emittente invia differenti messaggi in antitesi allo scopo di confondere gli uomini oppure esistono differenti emittenti, almeno due, di cui il primo invia messaggi che rappresentano la Verità, il secondo (o secondi) inviano messaggi che rappresentano la mancanza di verità, quindi la menzogna.

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Sia nel primo che nel secondo caso non vi è semiosi illimitata, in quanto è possibile inviare messaggi (veri o falsi) ed è possibile comprenderli anche se sfortunatamente non è possibile per gli uomini sapere con certezza, basandosi solo sulla logica, quale di essi è quello vero e quali sono le varianti falsate.

Però gli uomini, attraverso la logica, possono dedurre che se esiste il messaggio esiste l'Emittente e se esiste l'Emittente esiste la Verità, perché l'Emittente è vero.

Quindi la Verità esiste, perciò il mondo ha un senso.

La difficoltà sta nello scoprire quale esso è. E per farlo, forse, la sola logica non è sufficiente.




LA SIMBOLOGIA NEL CRISTO A CASA DI MARTA E MARIA DI VELÁZQUEZ

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Nel celebre dipinto di Velázquez, del 1620, una giovane Marta pesta dell'aglio nel mortaio. Gli altri ingredienti rappresentati con estrema accuratezza sul tavolo rimandano immediatamente a quelli necessari per la preparazione della salsa Aioli, uno squisito accompagnamento per pietanze a base di pesce.

Alle sue spalle, una donna anziana indica il fulcro dell'intera rappresentazione, vista attraverso una finestra o attraverso uno specchio: Gesù, seduto su una poltrona dialoga con un'altra ragazza, Maria.

La diagonale che parte dall'indice della donna anziana e che porta la fulcro della rappresentazione
Con loro è presente, in un interessante processo di accumulazione visiva e narrativa, la stessa donna anziana, che sembra voler interrompere il Maestro.

Ma soffermiamoci sugli ingredienti presenti sulla tavola in primo piano e analizziamone la comune simbologia.

PESCE. ΙΧΘΥΣ (che letteralmente significa “pesce” in greco) è un acronimo formato con le iniziali della frase greca: “Gesù Cristo, figlio di Dio, salvatore”. Le lettere sono normalmente accompagnate o addirittura sostituite dal disegno (stilizzato) di un pesce.


UOVO. Nell'iconografia cristiana, l'uovo è il simbolo della Resurrezione, il suo guscio rappresenta la tomba dalla quale esce un essere vivente. Secondo il paganesimo, invece, l'uovo è simbolo di fertilità: dell'eterno ritorno della vita. Dipingere e decorare le uova durante il periodo pasquale risale a quest'ultimo periodo: donarne uno colorato era sinonimo di auguri e buoni auspici.


OLIO. La persona consacrata con l'olio è detto l'Unto del Signore, cioè il Messia che assume in sé queste caratteristiche regali e sacerdotali. Pietro, a nome dei discepoli, confessa che il titolo di Unto o Cristo spetta a Gesù (Mt 16, 16).


AGLIO. Interpretato simbolicamente come energia che allontana un'influenza magica maligna probabilmente per il suo odore penetrante: presso molti popoli era considerato rimedio contro il malocchio e gli spiriti maligni. Nell'Europa centrale anche contro i vampiri. In Grecia si attribuiva effetto protettivo al semplice proferire la parola "aglio".


PEPERONCINO. Il peperoncino rosso piccante è evocatore, sia per il colore rosso, sia per il sapore piccante e bruciante degli inferi solari e purificatori. Quindi è da intendere semioticamente come l'opponente che la Resurrezione di Cristo riesce a sconfiggere. Si noti a tal proposito anche la sua collocazione in basso alla composizione.


La scena non descrive dunque solo la preparazione della gustosa ricetta gastronomica, ma diventa una ricetta simbolica e allegoria del ruolo e dell'azione di Gesù.

Ecco il video con l'analisi del celebre dipinto.


LA DOMENICA DELLE PALME E IL SIGNIFICATO DELL'ULIVO E DELLA PALMA

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Nel calendario liturgico cattolico la Domenica delle Palmeè celebrata la domenica precedente alla festività della Pasqua. Con essa ha inizio la settimana santa ma non termina la Quaresima, che finirà solo con la celebrazione dell'ora nona del giovedì santo, giorno in cui, con la celebrazione vespertina si darà inizio al Sacro Triduo Pasquale.

Questa festività è osservata non solo dai Cattolici, ma anche dagli Ortodossi e dai Protestanti.

La Chiesa ricorda il trionfale ingresso di Gesù a Gerusalemme in sella ad un asino, osannato dalla folla che lo salutava agitando rami di palma come leggiamo nel vangelo di Giovanni (12,12-15). Vi si narra, come si vede illustrato nel'affresco di Giotto, che la folla stese a terra i mantelli e agitando festosamente rami di ulivo e di palma per rendergli onore.

L'affresco di Giotto databile al 1303-1305 circa e facente parte del ciclo della Cappella degli Scrovegni a Padova
La palmaè simbolodi trionfo, acclamazione e regalità.

Le palme nel dipinto dell'Entrata di Cristo in Gerusalemme di Bernhard Plockhorst, 1845 ca.
Il suo significatoè quello della vittoria, dell'ascesa, della rinascita e dell'immortalità. è allegoriadell'araba fenice che risorge dalle sue ceneri  e dell'albero della vita, simbolodell'immortalità dell'anima.

La palma della dea Vittoriaè un'iconografia nata in epoca greco-romana.

La palma nella mano della Nike di Efeso
La simbologiacristiana, presente fin dall'epoca paleocristiana è legata a un passo dei Salmi, dove si dice che come fiorirà la palma così farà il giusto: la palma infatti produce un'infiorescenza quando sembra ormai morta, così come (con una similitudine) i martiri hanno la loro ricompensa in paradiso.

La palma del martirio nell'affresco di Santa Barbara, nella distrutta San Benedetto di Norcia
La simbologia rimanda quindi all'entrata trionfale di Gesù Cristo in Gerusalemme prefigurando la Resurrezione dopo la morte, o anche come simbolodella resurrezione dei martiri così come citato nell'Apocalisse (7, 9).

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Il ramoscello di ulivoè invece simbolo della pace.

Le origini si fanno risalire all'episodio biblico del diluvio universale. Quando il diluvio cessò, Noè fece volare prima un corvo per vedere se si fossero ritirate le acque dalla terra, e poi una colomba, ma entrambi "non trovando dove posare la pianta del piede, tornarono a lui nell'arca, perché c'era ancora l'acqua su tutta la terra."

Per chi desidera scoprire come comprendere la simbologia medievale, c'è un'interessante proposta




Dopo una settimana Noè ritentò inviando la colomba che "tornò a lui sul far della sera; ecco, essa aveva nel becco un ramoscello di ulivo. Noè comprese che le acque si erano ritirate dalla terra."

La scena del Diluvio Universale nei mosaici del duomo di Monreale
Il ramoscello di ulivoè simbolo della pace, perché Dio stesso, a conclusione del diluvio promise nella Genesi (9:11) "Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutto nessun vivente dalle acque del diluvio, né più il diluvio devasterà la terra".

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Nelle zone in cui non crescono né l'ulivo, né palma, come nell'Europa del Nord, i rametti sono sostituiti da fiori e foglie intrecciate.

Per concludere degnamente, vi mostriamo le più belle rappresentazioni della Domenica delle Palme in questo video su Ars Europa Channel. Buona visione!

GIOTTO E L'INGRESSO SIMBOLICO DI GESÙ A GERUSALEMME

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L'ingresso di Gesù a Gerusalemme è un evento descritto dai vangeli. "In occasione della sua ultima pasqua Gesù si recò nella città santa di Gerusalemme ove fu accolto come Messia dalla folla festante che lo acclamò gridando Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore e agitando rami d'ulivo e di palma".

Nell'affresco databile al 1303-1305 circa e facente parte del ciclo della Cappella degli Scrovegni a Padova, Giotto decise di evidenziare la figura di Cristo che avanza verso la Porta d'Oro.

La figura del Cristo dipinta da Giotto sovrasta tutte le altre
La sua figura sovrasta le altre. Il suo volto ripreso di profilo risulta regale, come nel caso delle "teste" delle monete. Lo sguardo è fermo: Gesù e consapevole del suo destino, che una volta varcata la porta, lo condurrà alla sua cattura, umiliazione e crocifissione.

La comparazione tra il profilo di Gesù e un aureo del periodo di Diocleziano
Secondo il tradizionale schema narrativo, Gesù avanza da sinistra (cavalcando un asino) verso le porte di Gerusalemme, seguito dagli Apostoli.

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Dalla parte opposta gli si fa incontro una folla in cui sono resi al meglio gli atteggiamenti dei singoli personaggi: c'è chi si prostra, chi accorre a vedere, chi è sorpreso.

La contrapposizione tra i movimenti opposti di Gesù con gli Apostoli e della folla genera una notevole vividezza
Questo aspetto realistico è da sempre un punto di forza di Giotto e sebbene la stesura denoti l'intervento dei suoi allievi e aiutanti, la scena spicca come una delle più vivacemente naturali del ciclo, con una serie di episodi tratti dalla vita quotidiana tra cui spicca quello della persona che si copre la testa col mantello, forse nell'intento di togliersi il medesimo all'arrivo del Salvatore e che ha creato molto scalpore nel mondo dell'arte.



A tal proposito il noto storico d'arte Pietro Selvatico fa curiosamente notare: “capricciosa sconcezza colui che asconde il capo sotto il mantello d’uno prostrato dinanzi al Verbo umanato”.

La figura che si copre la testa col mantello
Bellissimi anche i due fanciulli che salgono sugli alberi con il duplice intento di staccare i rami d'ulivo per il Salvatore e di vedere meglio, da una posizione privilegiata.

Uno dei due fanciulli arrampicatosi su un ulivo
Il dettaglio è sicuramente derivato dalla tradizione bizantina, ma qui è reso con un'intensità realistica impareggiabile.

I filmati della Cappella degli Scrovegni e dei dipinti più belli della Domenica delle Palme su Ars Europa Channel. Buona visione!


L'INIZIO DELLA SETTIMANA SANTA E IL SUO SIGNIFICATO: GIUDA ISCARIOTA E ISAIA

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La Settimana Santa è la settimana nella quale il Cristianesimo celebra gli ultimi giorni di Gesù, comprendenti la sua passione, morte e resurrezione.

È detta "Settimana Santa" il periodo che va da Domenica delle Palme al Sabato Santo, che precede la Pasqua, cioè la domenica in cui si ricorda la Resurrezione dai morti di Gesù Cristo.

Il lunedì, martedì e mercoledì santo la Chiesa ricorda il tradimento di Giuda Iscariota per trenta denari.

Nella liturgia i tre giorni sono così riassumibili:
  • lunedì è il giorno dell'amicizia. Gesù lo passa a Betania in compagnia dei suoi tre grandi amici: Marta, Maria e Lazzaro
Cristo nella casa di Marta e Maria, Jan Vermeer, prima del 1654-1655
  • martedì è il giorno dello sdegno. Gesù è sdegnato dal comportamento dei commercianti che hanno trasformato il tempio in un luogo di mercato
La cacciata dei Mercanti dal Tempio di Giotto del 1306
  • mercoledìè il giorno del tradimento, il giorno della tristezza. Gesù è tradito da Giuda Iscariota per 30 denari
I trenta denari in questo dipinto di Rembrandt van Rijn, del 1629
Giuda era uno dei dodici apostoli di Gesù, che lo tradì con il gesto di un bacio, semioticamente usando un codice prossemico e aptico, come si vede in molti dipinti della storia dell'arte.

Il celebre Bacio di Giuda del Caravaggio, 1602-1603
Ci sono due ipotesi principali sul significato di Iscariota: una deriva dalla lingua ebraica e significa "uomo di Kerioth". La città di Kerioth, in Giudea, non viene mai menzionata nel Nuovo Testamento  né in alcun documento del periodo. 

Siccome l'aramaico era la lingua del tempo, e tutti gli altri personaggi biblici hanno appellativi e soprannomi aramaici, questo nome ebraico-giudaico avrebbe stabilito una sicura connotazione per Giuda, definendo la sua diversità rispetto agli altri discepoli della Galilea.

Nella seconda,"Iscariota" deriverebbe dalla traduzione dall'ebraico del termine Ekariot che significa sicario. Durante la dominazione romana della Palestina, il soprannome di Ekariots veniva dato agli zeloti più oltranzisti i quali eseguivano azioni di terrorismo anche in forma isolata. 

Quindi anche in questo caso siamo in presenza di una connotazioneben evidente.

Il suo nome è poi diventato il simbolodel tradimento. La figura retorica che ne deriva è ovviamente l'antonomasia, che consiste nella sostituzione di un nome comune con uno proprio: ’un Giuda’ per ’un traditore’.

Giuda è inoltre diventato l'icona del traditore e ricopre questo ruolo in quasi tutte le letterature che ruotano intorno alla Passione di Cristo.

In questo bellissimo video viene evidenziato il medesimo ruolo, ricoperto questa volta nelle arti visive.


Celebre è la collocazione che Dante Alighieri definisce nella Divina Commedia, nel canto XXXIV.

Giuda è condannato nel cerchio più basso dell'Inferno, la Giudecca, dove è una delle tre anime dannate che vengono masticate per l'eternità da Lucifero.

Giuda divorato eternamente da Satana nell'affresco del Giudizio Universale di Giotto del 1306
Gli altri due compagni di sventura sono Bruto e Cassio, traditori di Giulio Cesare che rappresenta la Maestà Terrena. Mentre questi due subiscono la masticatura delle gambe e del basso ventre, Giuda, che ha tradito la Maestà Divina, è infilato al contrario, cioè per la testa, nelle fauci del diavolo, e agita all'esterno solo le gambe, alludendo metaforicamente alla morte per impiccaggione:

"Quell'anima là sù c'ha maggior pena", 
disse 'l maestro, "è Giuda Scarïotto, 
che 'l capo ha dentro e fuor le gambe mena" (vv. 61-63).

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La prima lettura della Messa in questi giorni presenta i primi tre canti del Servo del Signore che si trovano nel libro del profeta Isaia, il cui tema è quello della salvezza del popolo da parte di Dio.

Isaia fu un profeta vissuto intorno al 750 avanti Cristo e che fu arrestato e condannato a morte sotto Manasse. Secondo i vangeli apocrifi venne segato in due.

Il profeta Isaia nel celebre affresco di Michelangelo del 1512, nella Cappella Sistina
Le espressioni linguistiche e le immagini usate da Isaia sono spesso di notevole bellezza e potenza, e rivelano una notevole sensibilità poetica, oltre a una piena padronanza della scrittura come mezzo di comunicazione.

Mentre in altri profeti le vicende personali sono legate strettamente al messaggio in Isaia prevale infatti l'aspetto più visionario, politico e poetico. Tanto che in Italia molti lo definiscono il Dante dell'Antico Testamento.

LA CATTEDRALE DI NOTRE-DAME, CALEMBOUR SIMBOLICO

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Un testoè una successione coerente e ordinata di concetti tra due punti della comunicazione.

Da questo punto di vista Notre Dame a Parigi è un testo plastico ricco di simbologiae polisemantico, ovvero con molteplici significati.

L'architettura, le vetrate e le decorazioni scultoree di Notre Dame furono fortemente rimaneggiate, anche dal punto di vista iconografico e simbolico, nel XIX secolo da Eugène Viollet-le-Duc per rimediare ai danni e alle distruzioni apportati durante la Rivoluzione francese. Quindi gran parte di ciò che oggi ammiriamo non è quindi un prodotto originale della mentalità del Medioevo, ma una sua reinterpretazione.

Nell'area in cui oggi sorge la cattedrale, si trovava un tempio pagano dedicato a Giove,costruito per volere di Caio Giulio Cesare dopo la resa di Vercingetorige del 52 a.C. e la successiva ricostruzione di Lutezia. Su di esso fu poi costruita una più antica cattedrale, dedicata a santo Stefano che precedette l'attuale edificio e che non esiste più.

La cattedrale si trova sull'Île de la Cité, isola sulla Senna, nel centro della città di Parigi;

Fra gli elementi originali medievali ritroviamo il rosone centrale che fu restaurato da Eugène Viollet-le-Duc ma non rimaneggiato totalmente.



L'iconografia intende celebrare del mistero dell'Incarnazione. 

La composizione è imperniata sui numeri 3 e 12, ripresi dallo Speculum Maius di Vincenzo di Beauvais, simboli rispettivamente della eterna perfezione divina e del tempo umano, che è effimero percorso terreno che però conduce verso l'eternità.

Il rosone si si sviluppa infatti su tre cerchi concentrici con, nel mezzo, la Madonna in trono col Bambino.

Nel cerchio interno, sono raffigurati dodici profeti; in quello mediano, i dodici segni zodiacali e i vizi, nel terzo i dodici mesi e le virtù.

Vista nel suo insieme la facciata occidentale, affiancata dalle torri campanarie gemelle, è metaforadella lettera H.

Nell'alfabeto ebraico la hêt (H) è composta graficamente dall'unione di altre due lettere, una wâw e una zaîn, unite da un piccolo ponte. La prima allude al collegamento tra terra e cielo mentre la seconda simboleggia la sovranità divina sul mondo fenomenico.

È inoltre l'iniziale della parola hayìm (vita) e di Havvà (Eva). Allude quindi all'idea della madre, e per i credenti la Madre per eccellenza è Maria, madre di Dio.

Questocodice architettonicoè un prototipo che si allaccia all'archetipodella Madre e verrà stereotipato da altre chiese costruite a partire dal XIII secolo dedicate al culto mariano.

A Notre Dame le icone inviano un messaggio, i simboli un altro
L'intera cattedrale, pur essendo com'è ovvio un testo religioso, dedicato a illustrare iconicamente la vita e la figura di Maria  è anche un testo con ulteriori significati cabalistici e alchemici.

Quindi, le icone hanno un significato, ma i simboli rimandano ad altro.

Un esempio di tale polisemia lo si trova sulla misteriosa e originale dedica del transetto sud in cui appare la scritta:

«Anno Domini MCCLVII mense Februario idus secondo hoc fui inceptum Christis genitus honore kallensi lathomo vivente Johanne Magistra.»

La traduzione letterale di questo motto è la seguente:

«Nell'anno del Signore 1257, il secondo giorno delle idi di Febbraio, quest'edificio è stato dedicato alla Madre di Gesù Cristo da Mastro Giovanni, il cavapietre di Chelles.»

Applicando la cabala fonetica, nota agli ermetismi, secondo lettore modello, oltre ai fedeli della Chiesa, si scopre un testo nascosto.

Notre Dame è stata creduta per secoli un testo per iniziati al'alchimia
La parola "anno" designa l'anello o il cerchio metallico, emblema del Sole. La parola "Domini" lo indica dominante, alto sull'orizzonte.

Le lettere "MC" sono acronimo di Medium Coeli. "CLVII"è la coniugazione del verbo cluere, che può essere tradotto  "esaltare, essere illustre, brillare".

"Mense" oltre a essere tradotto con "mese"è anche derivazione da mensio, "pesare, misurare". "Februario" oltre a tradurre il mese di Febbraio, indica l'azione di purificare. "Idus" non significa solo Idi, cioè il 15 di ogni mese, ma potrebbe essere una storpiatura del verbo "iduo", che potrebbe significare "separazione".

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Così, di traduzione in traduzione, attraverso il ricorso alla funzione metalinguistica, si ottiene infine un possibile altro senso alla iscrizione:

«A mezzogiorno pesa e misura (la materia prima). Purifica e separa. Consacra il crogiolo generatore, libera con prudenza lo spirito imprigionato nella materia. Vivificalo con il fuoco e (tramite lui) giungi alla Grande Natura.»

Una lettura polisemantica delle raffigurazioni della cattedrale
Forse tale traduzione, un calembour, nata dall'applicazione della cabala fonetica è eccessivamente di parte, ma per secoli fu tenuta in considerazione da generazioni di alchimisti che videro nella casa di Dio dedicata a Sua Madre, un testo iniziatico, comprensibile pienamente solo agli adepti.

Il calembour è un termine preso a prestito dalla lingua francese che indica un particolare gioco di parole, basato sull'omofonia di parole che si scrivono in maniera identica o simile ma hanno significato diverso.

Quindi appare che la cattedrale è un testo dal duplice significato, sia religioso che alchemico, ma quello che può parere una contaminazione, non fa altro che sottolineare la natura propria dei luoghi sacri, in cui il sovrannaturale si incontra con il mondo materiale, il divino con l'umano.

Appare con tutta evidenza il carattere e funzione primordiale della cattedrale, portale di accesso a dimensione altra da quella terrena, quindi luogo di incontro e fusione del 3 e del 12, ovvero, come già scritto, della perfezione e dell'imperfezione, dell'Eternità e del Tempo.

LA SIMBOLOGIA NEL SIGNORE DEGLI ANELLI

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Il Signore degli Anelli è una trilogia fantasy del regista  Peter Jackson, basata sull'omonimo romanzo scritto da John Ronald Reuel Tolkien. La saga è formata dai film "La Compagnia dell'Anello","Le due torri" e "Il ritorno del re".

Qual è il significato dell'opera? Quali sono le strutture semionarrative utilizzate?

Innanzitutto la trilogia è ricca di quadrati semioticidei quali il più evidente è:
  • Buono - Frodo Baggins, Gandalf e tutti i membri della Compagnia dell'Anello
  • Malvagio - Sauron
  • Non buono - Saruman, all'inizio amico del buon mago Gandalf, ma che poi svela la sua vera natura
  • Non malvagio - Gollum, una creatura che è divenuta malvagia a causa degli influssi diabolici ma che all'inizio non lo era. È a sua volta una vittima del male
Gollum, il non-malvagio del quadrato semiotico de Il Signore degli Anelli
Il modello attanziale, con i suoi sei attanti è:
  1. Soggetto - Frodo
  2. Oggetto - distruggere l'anello malefico
  3. Aiutante - l'amico fraterno Samwise, Gandalf, la Compagnia dell'Anello
  4. Opponente - Sauron, Saruman, la difficoltà del viaggio stesso, Orchi, Cavalieri Neri
  5. Destinante - Bilbo Baggins che possiede l'anello e Gandalf che se ne accorge
  6. Destinatari - tutti gli abitanti della Terra di Mezzo
Frodo, soggetto del modello attanziale
A proposito degli archetipi:
  • Gandalf, Saruman, Galadriel sono il Mago
  • Frodo, Samwise sono l'innocente e il martire, l'orfano e il viandante
  • Gimli, Legolas, Bonomir, Aragorn sono il guerriero e il viandante
Aragorn, archetipo del guerriero e del viandante
Per quanto riguarda la simbologia, ecco alcuni tra gli elementi più evidenti.

L'anello è simbolo di malvagità, di distruzione, di oscurità.

Pungolo, una spada incantata la cui lama s'illumina non appena ci sono Orchi nelle vicinanze è simbolo della capacità di riconoscere il male quando lo si incontra, anche se esso si camuffa, del discernimento.

La corazza fatta di mithril, un metallo dei nani caratterizzato da straordinaria leggerezza e grande resistenza è simbolo della virtù che ci protegge dagli attacchi del Male, dell'abitudine a ben comportarsi.

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La Fiala di Galadriel, in cui era contenuta un po' d'acqua della fontana di Galadriel, impregnata della luce della stella di Eärendil è il simbolo della speranza, anche nei momenti più bui.

Lo Specchio di Galadriel è un bacino d'argento posto a Caras Galadhon utilizzato dalla Dama del Bosco d'Oro per pratiche di divinazione con l'acqua. È simbolo della capacità di prevedere le conseguenze delle proprie e altrui azioni.

Il viaggio è la metafora dell'esistenza umana di coloro che amano il Bene e la Pace, disposti a combattere contro la distruzione, l'infelicità, la schiavitù e l'oscurità del Male, senza rassegnarsi per "quieto vivere" come sarebbe nell'indole degli Hobbit, al punto di sacrificarsi personalmente.


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