Una cameriera che indossa una divisa bianca e nera prepara la tavola di una stanza rossa mentre dalla finestra si vede un paesaggio, nel capolavoro di Henri Matisse, dipinto nel 1908 e conservato all'Ermitage di San Pietroburgo.
Il dipinto è connotato visivamente dalle categorie cromatiche e principalmente da un antitetico dualismo formato dal rosso e dal verde, dal dentro e dal fuori.
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Il rosso e il verde, contrasto cromatico caldo/freddo per indicare il dentro e il fuori |
I due ambienti rappresentati, interno ed esterno, sono metafora dell'interiorità dell'artista e di ciò che esiste fuori da se stesso, del suo vivace e passionale estro artistico e della realtà di ogni giorno che lo circonda.
Oltre al dualismo rosso/verde ritroviamo nel capolavoro l'uso dei colori primari rosso, blu e giallo. L'applicazione pura dei colori primari e non la loro mescolanza per ottenere le varie sfumature degli oggetti rappresentati, vuol affermare che l'artista non è alla ricerca della rappresentazione di uno spazio reale, ma piuttosto di una dimensione interiore ed emotiva.
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L'impiego dei colori primari nel capolavoro di Matisse |
I motivi floreali e ondulati presenti sulla tovaglia che si ripetono nella tappezzeria diventano icone quasi di note e assumono valore decorativo e musicale. Il fatto che siano blu stempera nella pacatezza e nella calma l'adrenalinico rosso della stanza.
Il pane, simbolo di genuinità e sicurezza e la frutta, di gustosa freschezza, creano un legame simbolico con il fuori, dominato dal naturale verde che simboleggia la natura selvaggia e amica, ristoratrice e madre.
Quindi il dipinto diviene allegoria del rapporto tra la natura, madre, e l'arte, sua figlia, al sicuro, all'interno di essa, in una sorta di viaggio nel tempo della gestazione, e della vita artistica che solo dall'armonia fra queste due sfere esperienziali trova il giusto equilibrio per esprimere la bellezza.