Quante strutture semio-narrative sono presenti nelle opere d'arte e di ingegno? Nel castello errante di Howl, il film d'animazione giapponese del 2004, diretto da Hayao Miyazaki e prodotto dallo Studio Ghibli, possiamo ritrovare tutte le più importanti.
La vicenda narra la storia di Sophie, ragazza mediocre di 18 anni che viene colpita da una maledizione che la trasforma in un'anziana donna e le impedisce di rivelare la verità sulla propria condizione. Impaurita dal nuovo aspetto e temendo la reazione dei suoi familiari, Sophie scappa via, iniziando le sue avventure che dopo molte traversie le permetteranno di conquistare l'amore e ritrovare la giovinezza perduta.
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Sophie è archetipo dell'Orfano, poi del Viandante, del Martire e dell'Innocente |
Sophie è archetipo del viandante, dell'orfano, dell'innocente e del martire. Howl, del mago (insieme alla maga Sullivan e alla strega delle Lande), del guerriero, dell'orfano, del martire e del viandante.
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Dopo l'incantesimo viene creata l'antitesi vecchio/giovane |
Lefunzioni comunicative utilizzate sono soprattutto l'estetica e l'emotiva.
Fra lefigure retoriche spicca l'iperbole: Howl è eccessivo nelle sue crisi di sconforto (letteralmente si liquefà), la strega delle Lande è cattivissima, grassissima e infine vecchissima.
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Il Castello è un'accumulazione iperbolica |
Il castello errante, tremendo ammasso di ferri vecchi tenuti insieme con la magia e tugurio sporco e disordinato, è un'iperbolica accumulazione e inoltre è simbolo della fatica della creazione.
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Creazione di storie, di vita, di esperienze, di emozioni, di relazioni. E' insomma, allegoria dell'animo umano, creativo e pieno di contraddizioni, che ha necessità di essere guidato dal cuore e dall'intelligenza, non dalla vanità e dall'indifferenza.
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Howl è allegoria dell'animo umano che ha bisogno solo d'amore per essere felice |
Nel video l'analisi semiotica curata dalla redazione di Polisemantica. Buona visione!