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LA CAPRA DI UMBERTO SABA, SIMBOLO DEL DOLORE UNIVERSALE

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La capra, nota poesia di Umberto Saba, fa parte della sezione Casa e campagna del Canzoniere, e comprende le liriche del poeta composte tra 1909 e 1910.

Qual è il significato di tale poesia?

Nel primo verso (ho parlato a una capra) troviamo un paradosso.

Con una funzione referenzialeil poeta si limita poi a descrivere la situazione, senza ulteriori scopi comunicativi (Era sola sul prato, era legata. Sazia d’erba, bagnata dalla pioggia, belava).

Nella seconda strofa troviamo dapprima una allusioneal ripetersi incessante del verso dell'animale (uguale belato) e una similitudine (Quell'uguale belato era fraterno al mio dolore).

Poi una iperbole(il dolore è eterno), una sineddoche (ha una voce...questa voce sentiva gemere in una capra solitaria).

Umberto Saba
La capra è simbolodi tutti gli esseri viventi, umani, vegetali e animali, accomunati dall'esperienza del dolore.

La funzionequi utilizzata è quella emotiva. Il poeta vuole far provare anche al lettore empatia con il dolore della capra, con il dolore di tutti.

Nella metafora"in una capra dal viso semita" ritroviamo l'allusione al popolo ebraico, cui anche Saba apparteneva, e al dolore che soprattutto colpì i figli di Abramo durante l'orrore della Seconda Guerra Mondiale.

Ritroviamo la sineddoche nei versi finali (In una capra dal viso semita sentiva querelarsi ogni altro male, ogni altra vita).


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La funzione comunicativa dell'intero componimento è estetica. Lo scopo dell'arte è innanzitutto quello di creare bellezza, con i versi, con i colori, con le immagini, e raccontare anche il dolore usando i mezzi della bellezza.

Allegoricamente, attraverso la figura simbolo della capra, si racconta il dolore universale.

Interessante l'antitesi con "il Canto Notturno" di Leopardi, in cui si riflette sul dolore, ma escludendo almeno da tale destino di dolore gli animali (O greggia mia che posi, oh te beata, che la miseria tua, credo, non sai! Quanta invidia ti porto! non sol perché d'affanno quasi libera vai).

In Saba invece anche gli animali soffrono del medesimo dolore degli umani, con un'anafora finale (sentiva querelarsi ogni altro male, ogni altra vita).

Ecco il testo della composizione:

Ho parlato a una capra.
Era sola sul prato, era legata.
Sazia d’erba, bagnata
dalla pioggia, belava.

Quell’uguale belato era fraterno
al mio dolore. Ed io risposi, prima
per celia, poi perché il dolore è eterno,
ha una voce e non varia.
Questa voce sentiva
gemere in una capra solitaria.

In una capra dal viso semita
sentiva querelarsi ogni altro male,
ogni altra vita.

Ecco la suggestiva interpretazione della poesia da parte di Vittorio Gassman:


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