In questa intensissima composizione, come in altre di questo periodo (si pensi ad esempio a La caduta dell'Angelo) il suo stile partecipa totalmente a questa tensione drammatica con una pittura ampia, che si traduce maggiormente in energia e contrasti cromatici che dominano rispetto alla pur intensa descrizione formale.
Contrasti cromatici ben visibili nei freddi blu del tallit indossato dal Christus Triumphans e nel verde della grande Torah, a cui fanno da contrappunto i caldi gialli e rossi della tragedia sullo sfondo.
Nell'opera si possono apprezzare anche due splendide diagonali che accompagnano questi contrasti.
La prima e più evidente è quella che segue la direzione della scala e che mostra, partendo dall'angolo in basso a destra, gli apocalittici neri e grigi di morte e distruzione. Questa progressione ascendente passa attraverso i gialli, mai come in questo caso colori di transizione, fino al verde, simbolo di un'altra condizione e rappresentato magistralmente dall'angelo e dalla Torah.
La seconda contrapposta alla precedente mostra invece, pur nei medesimi concetti di morte e distruzione, un salvifico pesce (uno dei simboli maggiormente utilizzati per il Cristo), che attraverso la figura materna raggiunge proprio il Christus Triumphans, artefice di speranza e rinascita, aspetto che corrisponde senza dubbio al più sincero sentire di Chagall, cantore di storia e di vita.
Nell'immagine:
Marc Chagall, Crocifissione in giallo, 1938-42, Centre Pompidou, Parigi.