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GHOST WHISPERER E GLI ARCHETIPI DELL'ALDILÁ

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L'archetipo è una sorta di ricordo ancestrale comune a tutta l'umanità, una serie di ruoli narrativi con particolari e definite caratteristiche, in cui ciascuno può identificarsi, ammirare o rifiutare.

Si tratta di un concetto applicabile alla comunicazione per coinvolgere maggiormente il pubblico per il processo di immedesimazione.

Un esempio di uso di archetipi lo troviamo in Ghost Whisperer, serie televisiva statunitense di genere thriller e fantasy, le cui vicende sono incentrate su una giovane donna, Melinda Gordon, che può comunicare con gli spiriti delle persone morte.

Jim è archetipo dell'INNOCENTE

Quindi, dal punto di vista archetipico abbiamo:

Melinda - MAGO - Ricerca in sé e negli altri la completezza, l’accostamento degli opposti, la pienezza della conoscenza e della condivisione. Vuole ottenere per sé la gioia e per gli altri la fede. Teme e odia la superficialità


I fantasmi - ORFANO - È alla ricerca continua della sicurezza, del bene perduto e mai più ritrovato. La sua maggiore paura è quella dell’abbandono.

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Il marito di Melinda, Jim - INNOCENTE - È nel pieno della propria realizzazione, non ha quindi alcuna meta ulteriore da raggiungere. Potrebbe tendere solo alla caduta e teme quindi la perdita di tale stato di benessere, la perdita del Paradiso.

Melinda è archetipo del MAGO

L’intelligente utilizzo degli archetipi è molto importante nella realizzazione dei testi visivi, se desideriamo colpire la parte più inconscia del destinatario, proponendogli immagini che richiamino determinati messaggi che scaturiscono dal substrato più profondo del suo essere, derivati direttamente da quello che Jung denomina inconscio collettivo.

I GIARDINI DI MARZO, LUCIO BATTISTI E IL MALE DI VIVERE

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"I giardini di marzo"è il 15º singolo di Lucio Battisti, pubblicato il 24 aprile 1972 per la casa discografica Numero Uno. Fa parte dell'album "Umanamente uomo. Il sogno".

Il testo, scritto da Mogol in chiave autobiografica, è una metafora degli anni dell'infanzia propria e di tanti altre persone che erano bambini durante il dopoguerra, tra povertà e difficoltà familiari.



E' anche allegoria della difficoltà di vivere, di liberarsi dalle ombre che attanagliano l'anima.

Sono presenti iperboli ("in fondo all'anima cieli immensi"), ("l'universo trova spazio dentro me"), ("ad un tratto dicesti "tu muori").

Allegoria della bellezza e della libertà ("fiumi azzurri e colline e praterie")



Metafora ("I giardini di marzo si vestono di nuovi colori")

Prosopopea("dove corrono dolcissime le mie malinconie")

Litote ("ma non una parola chiarì i miei pensieri")


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Il bellissimo testo è purtroppo anche metafora delle condizioni economiche e sociali di tante persone anche ai nostri giorni, trascorsi tra angoscia, paura del futuro e privazioni.



Ecco il testo

Il carretto passava e quell'uomo gridava gelati
al 21 del mese i nostri soldi erano già finiti
io pensavo a mia madre e rivedevo i suoi vestiti
il più bello era nero coi fiori non ancora appassiti

All'uscita di scuola i ragazzi vendevano i libri
io restavo a guardarli cercando il coraggio per imitarli
poi sconfitto tornavo a giocar con la mente i suoi tarli
e alla sera al telefono tu mi chiedevi perché non parli

Che anno è che giorno è
questo è il tempo di vivere con te
le mie mani come vedi non tremano più
e ho nell'anima
in fondo all'anima cieli immensi
e immenso amore
e poi ancora ancora amore amor per te
fiumi azzurri e colline e praterie
dove corrono dolcissime le mie malinconie
l'universo trova spazio dentro me
ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è

I giardini di marzo si vestono di nuovi colori
e le giovani donne in quei mesi vivono nuovi amori
camminavi al mio fianco e ad un tratto dicesti "tu muori
se mi aiuti son certa che io ne verrò fuori"
ma non una parola chiarì i miei pensieri
continuai a camminare lasciandoti attrice di ieri

Che anno è che giorno è
questo è il tempo di vivere con te
le mie mani come vedi non tremano più
e ho nell'anima
in fondo all'anima cieli immensi
e immenso amore
e poi ancora ancora amore amor per te
fiumi azzurri e colline e praterie
dove corrono dolcissime le mie malinconie
l'universo trova spazio dentro me
ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è



SEMIOMARKETING, L'UNIONE DI SEMIOTICA E MARKETING PER LA CONVERSIONE DA TARGET A CLIENTE

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"Semiomarketing, Communicative structures marketing oriented, aimed at optimizing business communications in order to improve the target-client conversion process, in Luxury"è un saggio in inglese della fine del 2015 edito da Ars Europa Edizioni dedicato a questa nuova branca della semiotica.


Gli autori sono Cinzia Ligas e Fausto Crepaldi, lei semiotica e lui digital media director, esperti di comunicazione del lusso e docenti nelle più prestigiose università private europee, fra cui IFA, PSB, IESEG, IESA e ISCOM a Parigi, Istituto Marangoni a Parigi e Milano, IED a Milano, Domus Academy a Milano e Università di Bologna.

Gli autori, Cinzia Ligas e Fausto Crepaldi

Il saggio è un'interessante analisi dei meccanismi semio-narrativi alla base dell'efficace costruzione dei messaggio che agisce sulla percezione del potenziale cliente di oggetti di lusso, agendo su simbologie, codificazione e strutture della semiotica generativa.

Da sottolineare lo studio delle categorie cromatiche ed eidetiche, nell'ambito dell'incremento della percentuale di conversione target-cliente e del tasso di fedeltà del cliente, implementando specifiche strategie che possano rafforzare i risultati delle attività aziendali nella comunicazione B2C e B2B.

La metafora dell'incremento della percentuale di conversione target-cliente

Utile la parte relativa alle categorie semantiche (metriche, tattili, olfattive e acustiche) nella realizzazione del testo "semiomarketing-oriented" nonché la sezione dedicata alle 8 P (non più solo 4) del moderno marketing mix.

Interessante l'ampia trattazione relativa alle categorie cromatiche

Insomma, un'acuta indagine dei meccanismi che regolano la moderna comunicazione aziendale B2B e B2C, che spazia dall'uso del quadrato semiotico alla target satisfaction, dal modello attanzialeallo zeitgeist, dai principi di BCO (Business Communication Optimization) alle funzioni di Jackobson.

Non manca un'analisi dell'utilizzo delle figure retoriche e dei messaggi subliminali indotti dall'uso di denotazioni e connotazioni, inferenze e presupposizioni.


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Unica carenza nei cases studies. Sono infatti presenti in appendice solo tre analisi di comunicazione (Bulgari, Prada e Cartier), molto ben fatte ma troppo poche per apprezzare il robusto impianto teorico della trattazione, che ha il pregio di usare un linguaggio comprensibile anche ai non addetti ai lavori.

Le 8 P del semiomarketing

Il saggio è disponibile sul sito dell'editore  o su vari altri resellers online, come IBS, La Feltrinelli et alia.

IL QUADRATO DEI SOSPIRI DEL MIO CUORE

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Quali strutture si nascondono e sorreggono l'impalcatura creativa del bellissimo film d'animazione "I sospiri del mio cuore"?

Whisper of the Heart, è stato prodotto dallo Studio Ghibli del 1995, diretto da Yoshifumi Kondō e scritto da Hayao Miyazaki.



E' la storia di due ragazzi, Shizuku e Seiji, che vogliono diventare una scrittrice di romanzi lei e perfezionarsi nel suonare e costruire violini lui. I due intraprendono la strada per realizzare i propri sogni, finendo per avvicinarsi sempre di più.

Il quadrato semiotico presente nella storia è articolato sull'antitesi ADULTO e BAMBINO.



Quindi abbiamo

ADULTO - il nonno di Seiji, i genitori di Shizuku, ormai completamente cresciuti
BAMBINO - i compagni di scuola di Shizuku, ancora piccoli e senza pensieri
NON ADULTO - Baron, il gatto Moon, la sorella di Shizuku, che sembrano adulti ma non lo sono ancora
NON BAMBINO - Shizuku e Seiji, che sono in una fase di crescita


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Il quadrato semiotico serve a rendere più dinamica e avvincente l’opera e di conseguenza a inviarci un messaggio che non viene immediatamente percepito a livello cognitivo ma che viene assimilato implicitamente a livello inconscio.

MACRON, STEFANO MONTEFIORI E LA SEMIOTICA

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Interessantissimo l'articolo apparso ieri sulle pagine del Corriere a firma del bravissimo Stefano Montefiori.

Si tratta di un'analisi semiotica di tutto rispetto del ritratto ufficiale di Macron, incentrata sui codici gestuali, prossemici e su alcuni simboli presenti.

Vogliamo solo aggiungere un piccolo dettaglio:

Nella immagine è compreso anche un quadrato semiotico:



DENTRO - Macron, all'interno della stanza presidenziale all'Eliseo, all'interno del centro del potere
FUORI - Il mondo, fuori dalla finestra aperta, con la sua bellezza, ma anche le sue complessità, richieste, problemi
NON DENTRO - La bandiera francese, che simboleggia non solo il potere di chi governa, ma la vita dei francesi che non sono al potere, non sono all'Eliseo
NON FUORI - la bandiera europea, simbolo dell'Unione che non è esterna alla vita dei francesi e alle decisioni dell'Eliseo, come qualcuno potrebbe pensare.

Non perdetevi anche il nostro articolo relativo al discorso di insediamento di Macron.

Un capolavoro di comunicazione, questa foto.

PAOLO VILLAGGIO E FANTOZZI: UN CONNUBIO IPERBOLICO

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Paolo Villaggio ci ha lasciato. L'attore comico che ha fatto sbellicare intere generazioni, ha dato vita  al ragionier Ugo Fantozzi, iconaimmortale dell'impiegato frustrato e perdente, vittima di una società in cui vincono solo i più forti, i più ricchi e i più furbi e sopravvivono coloro che si piegano continuamente ai compromessi più umilianti.



La vis comica dei suoi film risiede in tanti stratagemmi comunicativi, fra i quali ricordiamo le innumerevoli iperboli e le indimenticabili metafore, quale ad esempio la scena in cui viene crocifisso in sala mensa, gli appellativi del mega direttore generale, i lineamenti scimmieschi della figlia che alla fine sposerà un gorilla e via dicendo.


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Grazie per tutte le risate, Paolo, anzi "Fantocci".

DIABOLIK, EVA, GINKO, I FUMETTI E LA SEMIOTICA

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Diabolik è una serie a fumetti creata nel 1962 da Angela e Luciana Giussani e pubblicata dalla Astorina.

Il protagonista è un ladro spietato ed è compagno di vita della bellissima Eva Kant. Il loro costante scopo è rubare denaro e gioielli per vivere una vita agiata e per finanziare i nuovi e sofisticati metodi per le future rapine.

Diabolik è icona iperbolica del ladro, citazione del "ladro gentiluomo" che ha il suo capostipite in Arsenio Lupin ma è molto più spietato, non esitando a uccidere, preferibilmente con veleni o pugnali.

Gli stessi "colpi" della coppia sono spesso tecnologicamente al limite dell'irreale, quindi anch'essi iperboli.



Per antonomasia egli è "Il Re del Terrore", "L'Inafferrabile Criminale", "Il Genio del Delitto", "L'Assassino Fantasma", "L'Assassino dai 1000 Volti", "Il Genio della Rapina", "Il Genio della Fuga".

Le maschere che Diabolik ed Eva usano per le loro rapine, composte da una resina modellabile che solidificando diventa sottile e trasparente come la pelle umana, replicandone perfettamente l'elasticità, sono esatte riproduzioni dei lineamenti di un volto umano creando un viso maschile o femminile, giovane o anziano, di propria invenzione oppure duplicazione  fedele di quello di una persona conosciuta partendo dall'osservazione diretta o anche solo da fotografie scattate di nascosto o recuperate da riviste e giornali.



Tali maschere permettono a Diabolik e a Eva di diventare icone dei personaggi nei quali si trasformano.

La coppia criminale è in lotta perenne con l'ispettore Ginko.



Si crea quindi il modello attanziale in cui soggetto è Diabolik, oggetto è rubare, aiutante è Eva, opponente è Ginko. Il destinante è la casa editrice, il destinatario il pubblico dei lettori.

Diabolik è insieme archetipo del mago, del viandante e del guerriero.

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Il "genio della rapina" ha dato vita a un fumetto divenuto leggenda grazie al talento delle autrici ma pure, senza alcun dubbio, grazie anche all'uso di tante accortezze semionarrative.

I NUOVI CORSI DI ARS EUROPA ACADEMY

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Lo spot in cui vengono presentati i nuovi corsi di Ars Europa Academy per il prossimo anno accademico 2017/18 è online.

Un agevole strumento per permettere ai professionisti di “vedere” l'offerta formativa dedicata alla comunicazione, marketing, web, moda, lusso, design, realtà virtuale, semiotica e Industry 4.0 nelle sedi di Parigi e Milano, in italiano e inglese.

Per la nuova stagione viene confermata la formula on-demand rivolta a professionisti, istituzioni, accademie e aziende.

Viene così garantita la completa personalizzazione dei corsi, in relazione alle tempistiche, ai costi, ai programmi e case studies.

Non resta che dare un’occhiata ai nuovi corsi al seguente indirizzo. Buona visione e… buona formazione!





IL NOME DELLA ROSA DI UMBERTO ECO E I LETTORI MODELLO

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La polisemia presuppone l'esistenza di una serie di lettori modello di vari livelli e quindi l'esistenza di altrettanti relazioni tra lettore e emittente.

Il nome della rosa, celeberrimo romanzo di Umberto Ecoè costruito tutto intero su questo principio.

È previsto un lettore di primo livello, che si appassiona alla vicenda.

C'è poi un lettore di secondo livello, che riconosce le citazioni più o meno colte.

Iniziare il romanzo con "era una bella mattina di novembre" strizza l'occhio con una antitesi alla classica frase di incipit dei romanzi dello Snoopy scrittore (era una notte buia e tempestosa) che è a sua volta una citazionedi Edward George Bulwer-Lytton.


Un lettore di terzo livello, naturalmente ipotizzato da Eco in fase di stesura, saprà apprezzare in quanto amante dell'arte le varie descrizioni dei monumenti e dei manufatti artistici descritti nel romanzo.

Un lettore di quarto livello, amante della storia, apprezzerà la natura di romanzo storico del "nome della rosa" mentre un appassionato di gialli lo ammirerà per la costruzione poliziesca e per la capacità del protagonista di scovare gli indizi...



E così via via, in una nutrita serie di "lettori modello", sino a giungere al "lettore semiologo" al quale Eco, più che a tutti gli altri, ha fatto una bella strizzatina d'occhio.

Il nome della rosa è una apoteosi di inferenze, presupposizioni, simboli, icone, indici,codici e chi più ne ha più ne metta.


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Signa sunt nomina aut nomina signa sunt?

LA CONNOTAZIONE ANTIEROICA IN CARAVAGGIO

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La "Crocifissione di san Pietro"è un dipinto di Caravaggio realizzato tra il 1600 ed il 1601 e conservato nella Cappella Cerasi di Santa Maria del Popolo a Roma.

La tela ha una connotazione volutamente antiaulica e antieroica.

Michelangelo Merisi da Caravaggio, Crocifissione di san Pietro, 1600-1601, Basilica di Santa Maria del Popolo, Roma
Questa connotazione nasce dall'osservazione dei gesti dei "serventi" intenti a crocifiggere san Pietro. 

Le loro pose, in cui traspare tutta la fatica che stanno compiendo, li accomuna al ruolo di "operai" indaffarati più che a quello di "carnefici", tanto da dare alla scena un senso di incolpevole evidenza, dove ognuno attende al suo compito.

La fatica di un altro "servente" nel tendere la fune per innalzare la croce.
Nel quadro la luce investe la croce e il santo, entrambi simbolo della fondazione e della costruzione della Chiesa, attraverso il martirio del suo fondatore. 

La luce investe anche i carnefici e aiuta, colpendo le masse delle loro schiene e dei loro glutei, a evidenziare il loro ruolo: non quello di aguzzini che agiscono in maniera gratuitamente brutale, ma come uomini semplici, costretti a un faticoso lavoro.

La luce sul "servente" atto reggere la croce con le spalle serve a evidenziare il suo sforzo.
Si può notare nell'opera la presenza di una doppia croce: oltre a quella di san Pietro ne emerge una "compositiva", formata dalle diagonali del corpo del santo e dei lavoranti.

Le diagonali della composizione formano una croce.
Questo schema compositivo non fa che ribadire il carattere antieroico dell'opera. La crocifissione non è solo quella di san Pietro, ma anche dell'umanità stessa, nel suo faticoso percorso esistenziale quotidiano.


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E il tutto non si ferma alla composizione rappresentata. Anche l'inquadratura gioca infatti un ruolo molto importante.

I particolari "fuori campo" nella composizione caravaggesca.
I tagli compositivi, come il piede sinistro dell'uomo che sorregge con le sua spalle la croce, oppure la parte terminale della croce medesima, in corrispondenza dei piedi del santo, permettono di dilatare idealmente lo spazio della narrazione oltre i confini della tela.

KIABI, LA RIDONDANZA DEL SIGNIFICATO

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Kiabi colora la vita è lo slogan della pubblicità. Il concetto è enfatizzato dalla colorazione policromatica dei caratteri che compongono il payoff, tanto che tale ridondanza rimanda a una funzione metalinguistica.

In tale funzione, infatti, si usa un linguaggio per parlare in un altro linguaggio: si usa il linguaggio cromatico per insistere sul concetto espresso dal linguaggio verbale e la colorazione arcobaleno delle lettere è ridondanza del concetto espresso dallo slogan.

La sgargiante icona dello spaventapasseri formato per accumulazione di tessuti e abiti, che accoglie la famiglia, conclude la struttura dell'advertising.

IL FOLLE SLOGAN DI JESUS JEANS E LA PARODIA NON IRONICA

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A volte ritornano. Dopo la pubblicazione dell'articolo di Pasolini, il 17 maggio 1973, a commento degli annunci pubblicitari di Oliviero Toscani firmati da Emanuele Pirella, è successo di nuovo. La Pubblicità ha usato ancora parole della liturgia cristiana per commentare un evento puramente commerciale.

Il caso è scoppiato in relazione a questa immagine usata per promuovere  l'evento "Roma cocktail week"

Aree semantiche uguali

Già Pasolini, quasi 45 anni fa aveva commentato amaramente quella che gli appariva chiaramente come una deriva, non solo del sentimento religioso, ma dell'intera società scrivendo  «l’accettazione della civiltà borghese capitalistica è un fatto definitivo, il cui cinismo non è solo una macchia, l’ennesima macchia nella storia della Chiesa, ma un errore storico che la Chiesa pagherà probabilmente con il suo declino» perché per lui la nuova borghesia, il nuovo soggetto politico “è il contrario della religione”

All'epoca il tutto avvenne senza che la Chiesa peraltro reagisse, se non attraverso le patetiche lamentele affidate ad un articolo dell’”Osservatore romano”.

Pier Paolo Pasolini


Stavolta la Chiesa non si è espressa, ancora una volta, ma Il Comitato di controllo dello Iap, però, ha giudicato che quel cartellone viola l’articolo 10 del Codice di autodisciplina pubblicitaria sulle "Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona" in quanto "Una simile rappresentazione è suscettibile di creare offesa al sentimento religioso dei cittadini, meritevole di rispetto e di tutela, ponendosi in aperto contrasto con il dettato dell’art. 10 Codice.

È infatti evidente la volgarizzazione di elementi connotati da spiritualità nella religione cattolica, per suggerire aspetti fortemente terreni e provocatori - ha segnalato lo Iap - In molte decisioni il Giurì ha sottolineato la portata regolatrice dell’art. 10 del Codice, posto a tutela della sensibilità dei consumatori, i quali hanno il diritto di non essere urtati nelle più profonde convinzioni da campagne pubblicitarie che essendo strumentali ad interessi di natura prettamente economica non devono confliggere con valori tendenzialmente assoluti e di rango superiore".

Aree semantiche differenti
Abbiamo già affrontato il tema in un articolo precedente.

Ora, dal punto di vista semiotico, le due pubblicità del passato sono molto diverse da quella attuale.

Infatti quelle d'epoca, si limitavano a fare ironia, creando un'inferenza tra l'immagine a sfondo sessuale e la contrastante frase evangelica. Creavano un dépaysement nel pubblico, ma non arrivavano a ferire così profondamente la sensibilità religiosa come quella a noi contemporanea.

Perché le prime sono ironiche e la seconda no? Semplicemente per il connubio fra immagini e parole.

Nelle immagini dei Jeans Jesus, nasceva un aperto ed esplicito contrasto, immediato, fra la frase, appartenente all'area semantica"sacra" e la figura, chiaramente allusiva, chiaramente provocatoria, appartenente all'area semantica"profana". Una sineddoche della cristianità in antitesi a una sineddoche allusiva al sesso.

Da lì nasceva l'ironia, che pure, all'epoca fece scalpore e ferì la sensibilità religiosa di molti.



Ora però molte cose sono cambiate. La profezia di Pasolini si è avverata, siamo diventati insensibili a tutto (anche se poi sono nate al posto di quelle precedenti molte altre "sensibilità", verso animali, cibi e prodotti bio, consumo di carne, diritti omosessuali e accoglienza dei profughi).

L'immagine in questione, che mostra un uomo con addosso l'abito ecclesiastico nero con tanto di collarino bianco mentre versa un cocktail in un calice con accanto lo slogan “Prendete, e bevetene tutti” non è ironia, ma parodia del sacro. Le parole e la veste, icona di un sacerdote cristiano, appartengono alla medesima area semantica sacra, ma il calice, che vorrebbe essere il simbolo dell'evento, è allusione troppo forte anche se in modo stilizzato del calice sacro che ospita il sangue di Cristo durante la liturgia. Non si cambia area semantica, non si produce ironia.

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Sarebbe stata ironia che la frase fosse stata unita a un'immagine contrastante, di un aitante barman che con fare ammiccante versava da bere, con lo "slogan" ricalcato dalla liturgia. Avrebbe infastidito qualcuno, certo, ma non sarebbe giunto al limite della blasfemia. Sarebbero state usate immagini e testo appartenenti ad aree semantiche in antitesi, o almeno in contraddizione.

Una cosa è la provocazione intelligente, altra è l'offesa e la mancanza di rispetto per le convinzioni altrui.

Ma in un'epoca che confonde l'ironia con la parodia, è inevitabile che non si senta più differenza tra provocazione e offesa.

SODASTREAM E L'EVOLUZIONE DELL'HOMOSCHLEPIENS

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Quando la comunicazione è costruita con intelligenza, passione e creatività si vede. E' il caso di Sodastream, prodotto per rendere l'acqua frizzante.

Il video di presentazione è delizioso, ironico ed esilarante, con una ricercatrice del mondo "evoluto" che mostra ai suoi allievi le sue ricerche a proposito di un improbabile, ma molto familiare HOMOSCHLEPIENS (Schlep è un verbo inglese il cui significato è trasportare o trascinare qualcosa di pesante e scomodo)



Tutto è giocato sull'antitesi (ora/prima; noi/loro; primitivi/evoluto; acqua in bottiglia di plastica/acqua resa frizzante da Sodastream) e sulla comparazione.



Iltriangolo semioticoche si fa generare nella mente del destinatario è:

REFERENTE - l'acqua in bottiglie di plastica inquinante
VEICOLO SEGNICO - HOMOSCHLEPIENS vs. HOMO SAPIENS
SIGNIFICATO - Sodastream è il futuro attuale



Il quadrato semioticoè composto da

EVOLUTO - Sodastream
PRIMITIVO - bottiglia di plastica
NON EVOLUTO - l'homoshlepiens, che è però passibile di evoluzione
NON PRIMITIVO - la ricercatrice



Comunicazione polisemantica, integrata e relazionale. In altre parole, evoluta.

Ecco il video oggetto di analisi:

LA JOIE DE VIVRE DI PABLO PICASSO E L'ALLEGORIA DELLA VITA

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Pablo Picasso dipinge "La joie de vivre" nell'ottobre 1946. Sono alle spalle i terribili momenti della guerra civile spagnola immortalata nella Guernica e della Seconda Guerra Mondiale, oltre alle tristi vicende personali della morte della madre e della fine della relazione con Dora Maar.


La sua nuova amante e musa ispiratrice Françoise Gilot e il trasferimento ad Antibes sulla Costa Azzurra, dove Romuald Dor de La Souchèr gli mette a disposizione per dipingere una sala del Castello Grimaldi, donano una linfa vitale al suo estro pittorico.

La joie de vivre è senza dubbio il quadro più colorato del periodo di Antibes, con le sabbie dorate e le diverse tonalità di blu del cielo e del mare. Un contrasto complementare percettivo tra i blu e i gialli di sicuro impatto visivo e di notevole dinamismo.

Dal punto di vista compositivo la figura assialeè rappresentata dalla donna dalla cui danza si sprigiona tutta l'energia che coinvolge gli altri protagonisti della scena: i due capretti, il centauro che suona il flauto e il fauno che si cimenta con il diaulo.


Da notare le bellissime diagonali che ritmano ulteriormente la composizione. Quella che dall'oscuro angolo di destra passa attraverso i capretti e la donna fino ad arrivare a un bellissimo mare dove veleggia una imbarcazione, simbolo della ritrovata voglia di andare alla scoperta di nuovo orizzonti.

Non meno interessante è l'obliqua opposta che associa le figure mitologiche con gli strumenti musicali e la donna danzante agli arbusti un po'stentorei ma vivi, che simboleggiano la rinascita del mondo a cui contribuisce l'arte. 
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Da questa donna-fiore, simbolo di bellezza visionaria e allegoria dell'energia vitale che coinvolge tutti gli altri protagonisti del quadro ne scaturisce un nuovo Eden, un nuovo Olimpo.

È la "gioia di vivere" di Pablo Picasso.

ART SEMIOLOGY E PERSUASIVE WRITING

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Al centro di Milanogiovedì 7 settembre e venerdì 8 settembre, dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 17 si terranno i micro training course:
  •  "ART SEMIOLOGY: simbologia e significati dei capolavori dell’arte e del design" per apprendere il linguaggio dell’arte dal punto di vista stilistico, simbolico e coloristico, tenendo conto dell’ausilio della semiotica.
La locandina del corso di Art Semiology
  • "PERSUASIVE WRITING: scrivere e comporre testi persuasivi" per influenzare scelte e comportamenti del lettore mediante gli stratagemmi delle più efficaci tecniche di comunicazione verbale.

La locandina del corso di Persuasive Writing
Alcune informazioni in merito:
  • Il costo è di 125 euro.
  • Le iscrizioni terminano sabato 29 luglio 2017.
Per maggiori dettagli sono disponibili la pagina del corso di ART SEMIOLOGY e la pagina del corso di PERSUASIVE WRITING

I corsi sono organizzati da Ars Europa Academy  che offre a università private e istituti accademici, in tutta Europa, l’organizzazione di corsi di alta formazione, erogati in italiano o inglese, studiati per soddisfare le esigenze formative e di aggiornamento dei professionisti del settore.

I docenti, rinomati professionisti con ampia esperienza accademica e di ricerca, mettono a disposizione la propria esperienza professionale nei settori della comunicazione tradizionale e digitale, del marketing, del fashion, del lusso e del design.


E...STATE CON NOI: LA SINDROME DELL'AIUTANTE

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Ogni estate le città si attivano per organizzare eventi per i sempre più numerosi italiani che rimangono a casa e non partono per le ferie estive. In ogni angolo quindi appaiono cartelloni che rassicurano i cittadini sulla presenza e l'aiuto delle varie associazioni durante i periodi tradizionalmente dedicati alla vacanze.

Vi è in questi casi un molto poco originale uso del copywriting con conseguente abuso di slogan quale "e...state con noi".

Dal punto di vista comunicativo abbiamo l'utilizzo della figura dell'aiutante (uno degli elementi che costituiscono il modello attanziale), che viene in soccorso dell'archetipo dell'orfano, utilizzando uno pseudo-calembour (estate, nel senso di stagione e e...state nel senso di vicinanza).

La sindrome dell'aiutante in questa locandina del comune di Milano
Un modello comunicativo, insomma, abbastanza elementare e dozzinalmente usato, ma a quanto pare, pure se banale, chiaro a sufficienza per rincuorare (o far rassegnare?) i nostri connazionali che si trovano, ogni anno, con sempre meno soldini da spendere per le ferie ai monti o al mare e con sempre più eventi estivi consolatori in città.

Per concludere in tema, buone vacanze a tutti, in questi giorni f...estivi, specialmente a voi che r...estate in città.

Buona estate anche a voi, copywriter di stagione , non prendete a t..estate il muro, ma consolatevi con il pensiero che se p...estate i piedi forse qualche bello slogan per le prossime estati vi verrà in mente, prima o poi...

Ricordiamo infine a settembre l'appuntamento milanese di "PERSUASIVE WRITING: scrivere e comporre testi persuasivi" per influenzare scelte e comportamenti del lettore mediante gli stratagemmi delle più efficaci tecniche di comunicazione verbale.




Maggiori info in questo post.

POLISEMANTICA: 1000 DI QUESTI POST

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Polisemantica: iniziamo una nuova avventura. Questo il titolo del primo post pubblicato nel "remoto" aprile 2006.

Da quella data il nostro blog non ha mai smesso di indagare i "segni" presenti (o colpevolmente assenti) nel mondo dell'arte, della cultura e della comunicazione.

999 post dopo eccoci a festeggiare questo importante traguardo.

Grazie a tutti e continuate a seguirci sempre così numerosi!

La redazione di Polisemantica.

L'USO DEGLI ARCHETIPI NELLA PUBBLICITÀ

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L'uso degli archetipi è sempre stato un cavallo vincente delle pubblicità televisive della Lavazza, in cui dai tempi di Bonolis e Laurenti i vari protagonisti  appena giunti in Paradiso impersonavano l'archetipo dell'innocente.

Ricordiamo brevemente quali sono i principali archetipi per Jung.



Innocente
È nel pieno della propria realizzazione, non ha quindi alcuna meta ulteriore da raggiungere. Potrebbe tendere solo alla caduta e teme quindi la perdita di tale stato di benessere, la perdita del Paradiso.

Orfano
È alla ricerca continua della sicurezza, del bene perduto e mai più ritrovato. E’ quindi naturalmente rivolto alla speranza e la sua maggiore paura è quella dell’abbandono.

Martire
È alla continua ricerca della bontà, di un mondo giusto, caritatevole. Per ottenerlo è disposto anche al sacrificio personale, ha notevole capacità di rinuncia. Teme solo l’egoismo, degli altri, ma anche il proprio, in qualche attimo di debolezza spirituale.

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Viandante
Desidera per sé l’autonomia più di ogni altra cosa, la libertà è per lui l’aria che respira. Il compito che si pone nella vita è relativo alla formazione della sua identità e quindi all'affermazione delle sue idee. Teme la routine, l’obbedienza alle regole imposte da altri.

Guerriero
Deve combattere, questo è il suo compito, e per farlo deve sempre trovare la forza e utilizzarla. Ricerca quindi il coraggio e non può che temere la debolezza.

Mago
Ricerca in sé e negli altri la completezza, l’accostamento degli opposti, la pienezza della conoscenza e della condivisione. Vuole ottenere per sé la gioia e per gli altri la fede. Teme e odia la superficialità.

Gli autori hanno pensato di accostare all'innocente anche la figura archetipica più complessa e realizzata: quella del mago.
Merlino, archetipo del Mago

In questo episodio della saga celeste, i nostri due eroi (vestiti di bianco, come due spiriti incorporei che si rispettino) sono alle prese proprio con questo archetipo, ben stereotipato dalla classica barba bianca, dal mantello e dall'alto cappello blu con decorazione planetaria.

Silente, altro archetipo del Mago


Ne scaturisce un spot dalla narrazione articolata in cui i due archetipi si confrontano.

Gandalf, ennesimo archetipo del Mago


Alla fine la complessità inutile di Merlino, come quasi sempre accade in questo tipo di confronti nel genere "comico", viene smontata dalla pratica sicurezza degli "innocenti" Bonolis e Laurenti, che sono nel pieno della loro realizzazione grazie al caffè Lavazza.

Con la scoperta dell'acqua calda (calembourin quanto rimanda al proverbiale detto) il mago può solo inventare la ricetta della "patata lessa".

SPOT LAVAZZA MAGO MERLINO 2005


IL MONDO FANTASTICO DI CHRISTIAN REX VAN MINNEN

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Gli originali e surreali dipinti dell'artista americano Christian Rex van Minnen, miscelano talentuosamente la tradizione classica e lo spirito pop-surrealista per creare ritratti e nature morte affascinanti e inquietanti.

Mostri organici che convivono con cartoni animati, graffiti e tatuaggi.


Semioticamente parlando si tratta di una serie di accumulazioni che creano una dismorfia che è allegoria della situazione di decadenza e di perdita di identità della società contemporanea.

I volti mostruosi diventano una novella replica del ritratto di Dorian Grey, una sorta di sua metafora attualizzata.

I mali della società si scorgono sui visi tumefatti, le sue infamie segrete appaiono alla luce del sole, deformando i tratti di ciò che sarebbe dovuto apparire nobile e gentile.



Un moderno Arcimboldo dell'orrore, che invece di usare frutti, legumi e verdure, si avvale di escrescenze carnose, bubboni e pelle flaccida per ricreare le fattezze dis-umane di un mondo distopico.

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Il tutto con un impareggiabile gioco di luci e ombre di impronta caravaggesca. Questo è il mondo di Christian Rex van Minnen.

Ecco la Virtual Gallery con una selezione delle sue più famose opere.

LE LINEE SPEZZATE: AGGRESSIVITÀ ED ENERGIA A SERVIZIO DELL'ADVERTISING

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Le linee spezzate, soprattutto le diagonali, recano in sé una tensione dinamica che può essere trasferita nel destinatario di in messaggio pubblicitario.

È il caso dell'advertising 2017 di Opel che riprende l'auto pronta a "scattare" nell'immaginario del target grazie all'utilizzo di due linee diagonali spezzate.


Ricordiamo che linee spezzate fanno già parte del brand Opel in quanto l'ideogramma del marchio prevede l'utilizzo delle medesime a formare la celebre "saetta", come possiamo notare in questo video:


In questo caso il tutto è amplificato dall'uso mirato dei colori.

Il modello dell'auto, di un rosso emozionale, emerge dal nero dello sfondo e "compone" nel suo ideale movimento da sinistra a destra le dinamiche quinte in diagonale colorate di giallo, un colore transizionale e di cambiamento. Concetto peraltro presente nel payoff che parla di futuro.

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"Supera i tuoi limiti"è invece uno degli slogan della campagna pubblicitaria Nike per l'estate 2017.


Cosa rende interessante uno slogan non proprio originale? La sua associazione con il visual che lo accompagna.

Infatti possiamo notare uno sfondo composto da linee diagonali spezzate.

Il loro significato rimanda subito all'energia e al dinamismo, necessari per "superare i propri limiti"
Sopra a queste linee dinamiche si posizionano gli elementi che aiutano a conseguire il risultato:

  • un atleta che corre nella direzione della freccia generata dalle linee oblique (e nel quale il lettore o lo spettatore si immedesimano)
  • la scarpa posta anch'essa in diagonale
  • gli accessori che aiutano nel compiere l'impresa

L'atleta corre "prospetticamente" verso la convergenza delle linee spezzate
Gli accessori in "gif animata" poggiano dinamicamente sulle linee spezzate

Lo sfondo è volutamente grigio, in quanto non è solo un colore neutro (forse il migliore) e quindi adatto a "tutte le stagioni". Ma anche perché è un colore di transizione tra il nero (niente) e il bianco (tutto): diventa quindi un colore adatto a sprigionare tutta l'energia concentrata nei due opposti.

Ed è per questo che è molto utilizzato per l'abbigliamento sportivo.
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