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LA SPERANZA E I SUOI CODICI

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L'ultima virtù da scoprire è quella della Speranza.

Come afferma Filone Alessandrino "la speranza è una gioia prima della gioia"

La speranza rimase in fondo al vaso di Pandora quando ella, sventatamente, lo aprì facendone uscire tutti i mali che da allora in poi oppressero il genere umano.

"Anche la Speme, ultima dea, fugge i sepolcri" scriveva Ugo Foscolo, alludendo alla convinzione che giunti alla morte, la speranza non aveva più ragione di esistere, concetto rimarcato nei proverbi popolari "finché c'è vita c'è speranza" e "la speranza è l'ultima a morire".



La Speranza dipinta da Piero del Pollaiolo, nel 1470 e conservata nella Galleria degli Uffizi a Firenze, rappresenta invece una virtù cristiana che guarda oltre la morte corporale, in grado di auspicare un futuro migliore, non solo durante la vita, ma anche dopo che essa si consuma.

In questo dipinto, vediamo l'icona di una donna vestita di verde, prosopopea della Speranza, con le mani giunte e lo sguardo rivolto verso il cielo da dove attende la salvezza.

Il verde nei tornei era simbolo di speranza nella vittoria, oltre che dell'onore e dell'abbondanza.

La donna siede su un trono, simbolo del dominio di tale virtù sui cuori dei credenti.

Le mani giunte, attraverso i codici gestuali, rivelano l'attitudine alla preghiera che dà un senso alla speranza.

I codici mimetici, attraverso gli occhi rivolti verso l'alto, simbolo di trascendenza, alludono al fatto che la Speranza è efficace quando si affida a Dio, unico bene e unica certezza.



Il simbolo classico della speranza, che in questo dipinto è mancante, è l’ancora che richiama i versetti in Eb 6,19: “In essa noi abbiamo come un’ancora della nostra vita, sicura e salda”.

L'ancora è inoltre icona stilizzata della croce, speranza di eterna felicità di ogni credente.

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