Già si erano viste le avvisaglie nel 2012 quando la "famosa" foto "rubata" nella cucina di famiglia si era rivelata di così grande interesse mediatico.
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Il famoso scatto "rubato" delle vacanze di Natale 2012 |
L'immagine, a causa dei
codici dell'acconciatura (le persone inquadrate hanno i capelli quasi in disordine, non curati e pettinati, in mise casalinga), i codici mimetici (le espressioni stupite e divertite che rendono quasi buffi i loro visi), i codici gestuali (la strana posizione assunta dal corpo nel reagire alla scoperta del nuovo poke sul telefonino) i codici dell'abbigliamento (ancora più casual del solito) e i codici prossemici (sul tavolo di cucina tutto è perfettamente in disordine) diventano un indice della genuinità della foto e dell'intimità familiare (violata).
Da allora Mark Zuckerberg si è specializzato nel ruolo di emittente che si identifica col proprio brand e col proprio target.
La cosa, in campo informatico e non solo, non è nuova. Basti pensare alle celebri accoppiate Steve Jobs/Apple oppure Bill Gates/Microsoft, solo per citare le più famose.
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Steve Jobs alla presentazione dell'iPad |
Ma Mark Zuckerberg si è spinto oltre e per meglio identificarsi con i miliardi di persone che affollano la sua piattaforma, ha scelto la loro stessa modalità: quadretti familiari di una complice intimità, come nella composizione idilliaca che lo ritrae insieme alla compagna e alla figlia, debitamente commentata da milioni di follower.
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Il "famoso" post del 1° dicembre 2015 |
Gli altri emittenti di Facebook (tutti noi) hanno così il loro caposaldo: la manifestazione diretta dell'emittente e la sua modalità di espressione.
Potenza del medium e potenza dell'emittente nel mondo 2.0.